Lampedusa, 6 ottobre 2013 - Sono riprese stamattina le operazioni di recupero dei corpi delle vittime del naufragio del 3 ottobre, incastrati nel relitto affondato nel mare di Lampedusa. Il miglioramento delle condizioni meteo-marine, dopo il nubifragio notturno, ha rimesso azione i sommozzatori della guardia costiera, dei vigili del fuoco, della guardia di finanza e della Marina.

SALME RECUPERATE - E’ salito a 83 il numero dei corpi recuperati oggi dai sommozzatori. Dopo le 32 vittime di questa mattina e le 17 del pomeriggio, in serata altre salme hanno continuato ad arrivare al molo Favarolo per essere caricate sui due camion frigorifero. Il numero ufficiale delle vittime sale quindi a 194. All’appello mancano ancora 169 persone.

Le salme sono state accolte sul molo dal ministro per l'Integrazione Cecile Kyenge, insieme al sindaco Giusi Nicolini, militari, esponenti del gruppo interforze impegnati nell’azione di recupero dei cadaveri, il medico legale e la polizia scientifica che si occupano delle ispezioni cadaveriche.

KYENGE: "MAI PIU' QUESTE STRAGI " - Il ministro dell’Integrazione Cecile Kyenge é arrivata come previsto a Lampedusa. Dopo l’omaggio alle  vittime dell’ultima tragedia del Mediterraneo nell’hangar dello scalo aeroportuale, si é recata nel centro di accoglienza.

“Serve una riflessione per impedire nuove tragedie” come quella del naufragio di giovedí scorso, ha sottolineato arrivando al centro di permanenza temporanea. “Questa è l’ennesima strage a cui assistiamo, spero non succeda mai più. Spero che sia una delle ultime volte che veniamo qui a Lampedusa per assistere a questo dramma”. 

E ancora: “Il nostro lavoro ci deve dare la forza di salvare la vita ad ogni persona, perché ogni vita che perdiamo significa perdere un contributo enorme - ha sottolineato la Kyenge - Servono risposte certe per le persone che fuggono e hanno bisogno di una protezione e arrivano qui e chiedono aiuto. Noi dobbiamo essere in grado di farlo”.

KYENGE: RIVEDREMO LA BOSSI-FINI - “L’assurdità dell’avviso di garanzia per il reato di immigrazione clandestina ai sopravvissuti è un punto che apre una riflessione sugli strumenti e sulle scelte che nei prossimi giorni dovremo affrontare. Occorrerà rivedere la normativa sull’immigrazione, il reato di clandestinità. Nei prossimi giorni si riunirà il tavolo interministeriale e, non è solo opinione della ministra, ma convergono su questo vari elementi oggetti, dovrà essere riesaminata la Bossi-Fini”. Lo ha detto sempre il ministro  Kyenge.

“Sto portando davanti da mesi questo tema - ha aggiunto Kyenge - che ora torna con forza sul tavolo del coordinamento interministeriale. La circostanza di persone che si salvano da una tragedia e che si trovano indagati dimostra l’assurdità di una situazione. E’ venuto il tempo - ha insistito - di affrontare e rivedere la legislazione dell’immigrazione e il reato clandestinità e di porre all’Europa con decisione l’esigenza di dotarsi di una politica europea, riconsiderando convenzioni come quella di Dublino e valutando strumenti come i corridoi umanitari”.

BOSSI - E Bossi torna a replicare: ‘’La Legge Bossi-Fini non deve essere cambiata, chi vuol entrare nel nostro Paese deve avere un contratto di lavoro e l’Europa sembra che se ne freghi. Non ha capito che gli immigrati entrano in Sicilia, vengono in Lombardia, poi cercano di raggiungere la Germania o la Francia’’. 

‘’Il problema - ha aggiunto - è che c’è un continente enorme, con molte persone, che se venissero tutte non potrebbero essere aiutate perché non ci sono posti di lavoro per noi. La via sarebbe aiutarli a casa loro, trovare accordi industriali, economici’’. 

KYENGE: CENTRO ACCOGLIENZA E' IN CONDIZIONI VERGOGNOSE  - “Ho visitato il centro di accoglienza e davvero le sue condizioni sono vergognose”, ha detto anche il ministro per l’Integrazione. Nella struttura al momento ci sono oltre mille migranti, tra i quali i 155 sopravvissuti alla tragedia di giovedì. “Interverremo per agevolare condizioni migliori di vita”, ha aggiunto, spiegando, che complessivamente l’obiettivo in Italia e aumentare il numero dei posti dell’accoglienza e arrivare a 16.000”.

I flussi di arrivo del resto sono superiori a quelli di uscita: “Dovremo fare una riflessione per adattare il nostro sistema e la nostra rete che non può rimanere solo di emergenza”, ha continuato e poi ha parlato con i naufraghi: “Continuano a piangere i loro familiari e chiedono di essere trasferiti presto. Ci hanno spiegato il loro inferno”, ha riferito. Lampedusa “è un’isola piena di accoglienza - ha concluso - deve essere aiutata e non può più vivere nell’emergenza”.

SINDACO AMARO: LO RIPULIRANNO PER BARROSO E ALFANO - “Il centro è una vergogna perché non può ospitare naufraghi e superstiti. E non si troverà una soluzione se ci deve pensare Alfano che deve occuparsi di sicurezza: gli viene molto difficile. Se ci pensa il governo qualcosa si può fare”. Sono le parole del sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini, oggi al fianco del ministro per l’Integrazione Cecile Kyenge. “Mercoledì verranno Barroso e Alfano? Vedrete che la svuoteranno questa fitinzia (questa ‘schifezza’, ndr.)”, ha aggiunto il primo cittadino temendo la soluzione momentanea dell’emergenza a beneficio solo dei riflettori. Oggi il centro ospita oltre mille persone a fronte di 250 posti.

IL PAPA MANDA L'ELEMOSINIERE  - Papa Francesco ha inviato a Lampedusa il suo elemosiniere, mons. Konrad Krajewski, per portare la solidarietà del Pontefice e rendersi conto direttamente delle esigenze umanitarie conseguenti al tragico naufragio dei giorni scorsi. Mons.Krajewski ha anche benedetto sul molo le salme recuperate oggi dai sommozzatori.

SOCCORSI OLTRE 360 MIGRANTI AL LARGO DELLA COSTA DI SIRACUSA - Nella notte sono stati soccorsi oltre 360 migranti a bordo di due barconi a circa 50 miglia dalla costa di Siracusa. Sono giunte sul posto due motovedette della Capitaneria di Porto, classe 300, e sono state dirottate anche due unita’ mercantili. Sono già sbarcati a Siracusa 163 immigrati (55 uomini, 54 donne e 54 bambini), mentre altri 200 dovrebbero sbarcare in nottata a Pozzallo con le due unità mercantili.