di Pier Francesco De Robertis

SULLA spinosissima questione dei sacramenti ai divorziati dalla diocesi di Friburgo arriva la fuga in avanti che molti si aspettavano, ma papa Francesco come spesso gli accade parte in contropiede e convoca un sinodo straordinario per l’ottobre 2014 proprio sui temi della famiglia. Al centro della discussione ci saranno i divorziati che, in quanto risposati, non possono avvicinarsi ai sacramenti, e vivono questa situazione con grande sofferenza finendosi per sentirsi «figli di un dio minore», dentro una Chiesa che bene o male non li tratta al pari degli altri.
Un paradosso. Basti pensare che in base alla legge canonica se uccidi tua moglie, ti penti e ti confessi puoi fare la comunione; se invece vieni lasciato dalla moglie o dal marito e legittimamente vuoi «rifarti una vita» sei escluso dalla piena comunione ecclesiale. Un’assurdità, sotto tutti gli aspetti, umani e divini.

ECCO allora che il Papa convoca un sinodo straordinario, come era accaduto solo due volte nella storia della Chiesa (nel ’69 e nell’85), che sulla pastorale familiare (presumibilmente anche su coppie di fatto e omosessuali) prenderà decisioni definitive. Una mossa forte, quella di Bergoglio, e molto intelligente. Invitando a discutere di un tema così delicato tutti i capi delle conferenze episcopali mondiali (sono 114), il pontefice richiama a una condivisione di responsabilità i vescovi del mondo. Come dire: per una svolta così forte sulla pastorale della famiglia, occorre che ognuno si prenda la sua fetta di responsabilità. Se dobbiamo fare un salto in avanti facciamolo insieme. La stessa data scelta indica la volontà di sollecitare in tutto questo periodo una riflessione profonda nella Chiesa, e tradisce l’intenzione di proiettarla ancora di più nel Terzo millennio.