COSTRUIRE la nuova sede di una Provincia nel momento in cui le Province stanno per essere cancellate, ha in sé qualcosa di surreale. È un po’ come se dopo l’invenzione dell’I-Pod uno decidesse di costruire una fabbrica di mangianastri o come se, dopo il varo degli aerei a reazione, uno stabilisse di investire in dirigibili. Eppure a Siena succede proprio questo: un cantiere infinito, pagato coi soldi della Provincia, per un mega palazzo che non si sa più a chi e a che cosa servirà. Una bizzarria amministrativa che è utile raccontare. La vicenda inizia nel 2005. È allora che alla provincia di Siena, che ha 400 dipendenti (!) e una magnifica sede proprio davanti al Duomo, si decide di costruire una nuova palazzina per raggruppare gli uffici sparsi per la città. «Risparmieremo sugli affitti dei locali», spiegano i politici del tempo. Così, per risparmiare potenzialmente nel futuro qualche centinaia di migliaia di euro, si vara un progetto che costa subito un bel po’ di soldoni. Vale dire: 8 milioni e 413mila euro di lavori, a cui si aggiungono altri 4 milioni fra progettazione, bonifica e acquisto dell’area. Tanti soldi, ma il progetto è faraonico: un edificio di sette piani per una superficie di 4510 metri quadrati e un’altezza di 17 metri, con due piani interrati a fare da garage per 130 posti auto, un piano terra con gli uffici di front office, e spazi per riunioni, auditorium e un bar, quindi altri 4 piani con gli uffici per 210 postazioni di lavoro. Tanta roba.


SICCOME fra il dire e il fare in Italia c’è sempre di mezzo il mare della burocrazia, i lavori per la nuova sede partono però solo nel 2009. Già si parla da tempo di Province da tagliare o da abolire, ma che importa? A Siena l’amministrazione è ancora grandeur, che tanto c’è il Monte dei Paschi a fare da bancomat alle velleità della politica locale. Così, si apre il cantiere. E subito arrivano i primi guai.
Il terreno sul quale sorge l’edificio, acquistato dalle Fs proprio accanto alla stazione, fu bombardato durante la guerra. Si deve dunque provvedere alla bonifica bellica. Non solo. Lo stesso terreno insiste su una falda acquifera, creando problemi enormi alla ditta che deve scavare per realizzarne le fondamenta. Interventi su interventi, nuove spese, ben presto i soldi stanziati terminano, con i lavori del palazzo ancora a metà. Il guaio è che nel frattempo anche i finanziamenti che arrivavano a pioggia dal Monte nelle casse delle amministrazioni senesi, cessano per lo stato di crisi profonda in cui è piombata la banca.


COSÌ il palazzo delle vanità della Provincia, da oltre un anno e mezzo è solo uno scheletro di cemento abbracciato da tubi Innocenti, in un cantiere popolato di acqua stagnante e zanzare. Proprio in questi giorni i lavori stanno ripartendo. Essendo arrivati altri due milioni, la ditta ha promesso di consegnare la struttura entro il novembre 2014. Il guaio ulteriore, però, è che una volta consegnata, nessuno potrà utilizzarla. Nuove normative arrivate in materia di antisismicità, obbligano infatti a ulteriori lavori per un importo di 5 milioni.


CHE però nessuno in questo momento ha. Così, fra un anno a Siena ci sarà un palazzo nuovissimo che nessuno potrà abitare, di proprietà di un ente che probabilmente non esisterà più, senza nessuna destinazione ipotizzabile. Una storia edificante per raccontare la palude nella quale certa politica si è divertita a far sprofondare i soldi dei contribuenti.

di Stefano Cecchi