Elena Comelli

MILANO, 17 ottobre 2013 - TORNA l’allarme rifiuti e non riguarda solo il Meridione. In tutta Italia, i mancati benefici da raccolta differenziata ci sono costati 1,2 miliardi di euro nel 2012, ben 43 euro per abitante, secondo uno studio di Althesis. Il Italia, infatti, quasi metà dei rifiuti urbani finisce in discarica e solo il 33% viene recuperato con il riciclo e il compostaggio, contro una media europea del 42%. Bassissima anche la quota di rifiuti trasformati in energia nei termovalorizzatori, del 18% contro una media europea del 28%. Siamo molto distanti dai Paesi più virtuosi d’Europa: l’Austria ne recupera il 70%, la Germania e il Belgio il 62%, i Paesi Bassi il 61%, la Svezia il 50% e la Danimarca il 42%. Questi sei Paesi europei, oltre a un elevato riciclo, hanno una quota significativa di termovalorizzazione, dal 30% dell’Austria al 38% della Danimarca.

GRAZIE al tandem del riciclo e della termovalorizzazione, questi Paesi sono riusciti a eliminare completamente le discariche, adeguandosi in anticipo all’obiettivo comune dell’Unione Europea. In Germania, anzi, lo slancio di valorizzazione del rifiuto è tale che si sta pensando di andare a scavare nelle discariche già bonificate, quasi fossero moderne miniere, per tirar fuori i metalli rimasti sepolti. In fondo, già oggi l’acciaio tedesco è prodotto al 50% riciclando resti rottamati. In Italia, invece, ben il 49% dei rifiuti finisce ancora nelle discariche (oltre 15 milioni di tonnellate l’anno), considerate dall’Unione Europea bombe ambientali e terreno di coltura per la malavita organizzata.
Ma il dato nazionale non dice tutto. Almeno nove Regioni, infatti, smaltiscono in discarica oltre il 50% dei rifiuti urbani: Liguria (79%), Umbria, Marche, Lazio (74%), Molise, Puglia, Basilicata (83%), Calabria e Sicilia (93%), che diventano dieci con la Campania, se si aggiungono ai rifiuti smaltiti nelle discariche regionali quelli inviati fuori Regione e all’estero. Fra le Regioni virtuose, invece, prevale la Lombardia (8%), seguita da Friuli Venezia Giulia (15%), Veneto (19%), Emilia Romagna (28%) e Trentino Alto Adige (29%). La Toscana, con il 43% di rifiuti gettati in discarica, è ancora a metà del
guado. Il Lazio, con oltre 2 milioni e mezzo di tonnellate di rifiuti smaltiti in discarica, è la Regione più “sporca” d’Italia e la più sprecona. Il mancato beneficio del Lazio, secondo i calcoli di Althesis, tocca i 187 milioni di euro. Il Comune di Roma, da solo, getta in discarica oltre 1,3 milioni di tonnellate di rifiuti all’anno, più dell’intera Campania.

D’ALTRA parte, quasi otto milioni di italiani vivono in Comuni dove si riesce a recuperare oltre il 65% dei rifiuti: i “Comuni ricicloni” sono 1.293, che ospitano 7,8 milioni di cittadini. Nella graduatoria di Legambiente, la comunità più virtuosa in assoluto è Ponte delle Alpi, 8.500 abitanti in provincia di Belluno. La spaccatura che emerge dallo studio di Legambiente non è più tra un’Italia virtuosa, nel Nord e una in ritardo nel Centro-Sud, bensì tra piccoli comuni virtuosissimi e località immobili, che spesso coincidono con le città più grandi. Solo sei capoluoghi di provincia recuperano oltre il 65%, due al Sud (in primis Salerno) e quattro al Nord (qui vince Belluno). Nessuno oltre i 200mila abitanti. A Napoli, dopo l’avvio sperimentale della raccolta in alcuni quartieri, non ci sono stati ulteriori progetti di sviluppo, mentre continuano i viaggi via mare dei rifiuti partenopei verso i termovalorizzatori del Nord Europa.

(1— continua...)