Roma, 17 ottOBRE 2013 - La cerimonia di commemorazione delle vittime dei naufragi dei migranti nel mare di Lampedusa, avvenuti lo scorso 3 e 11 ottobre, si terrà lunedì 21 ottobre, alle16, ad Agrigento. Lo ha comunicato il Viminale. La cerimonia avrà luogo al molo turistico di S. Leone, alla presenza dei rappresentanti del governo e delle istituzioni.

Intanto continua a livello europeo la discussione sul nodo sbarchi. Con qualche sorpresa. Il governo italiano dopo aver tanto invocato l’intervento dell’Europa per aiutarla a gestire l’emergenza immigrazione (ormai diventata in gran parte un’emergenza profughi) si è opposto alla proposta della Commissione europea di conferire a Frontex (l’Agenzia Ue di sorveglianza alle frontiere) nuove competenze per il coordinamento delle operazioni di localizzazione e salvataggio in mare (“search and rescue”) dei barconi dei migranti.

È quanto risulta dalle minute confidenziali delle discussioni in corso nel gruppo di lavoro del Consiglio Ue sulle frontiere, che sta esaminando la proposta dell’Esecutovo comunitario, annunciata dalla commissaria agli Affari interni Cecilia Malmstroem dopo la tragedia di Lampedusa come una grande operazione in tutto il Mediterraneo da Cipro alla Spagna.

Il ministro per l’Integrazione Cecile Kyenge, interpellata sulla questione oggi a Bruxelles, dove ha partecipato a una conferenza all’Europarlamento e ha incontrato la Malmstroem, ha risposto con un certo imbarazzo che si tratta di “una questione delicata, riguardante le nuove linee guida di Frontex, di cui si sta occupando il Ministero dell’Interno”, ma ha anche ribadito che “vogliamo cambiare l’approccio di Frontex”, rafforzandone la funzione di “coordinamento del monitoraggio per la lotta ai trafficanti, ma anche per il salvataggio delle persone in mare”.
Oltre al rappresentante italiano, si oppongono alle nuove competenze di Frontex per le operazioni di “search and rescue” (e in particolare per quel che riguarda intercettazione, slavataggio e sbarco dei migranti) anche gli altri paesi mediterranei: Grecia, Malta, Francia, Spagna. Questi paesi, in sostanza, vogliono mantenere la loro competenza nazionale esclusiva per quel che riguarda queste operazioni, e non sovrapporre alle norme e convenzioni di diritto internazionale esistenti, difficili da controllare, nuove norme di diritto europeo (che sarebbero sottoposte al controllo d’applicazione della Commissione e della Corte Ue).