MONZA, 20 OTTOBRE 2013 - IL CANTIERE è partito 14 anni fa, ma la strada si è fermata a mezzo chilometro (498 metri esatti) dal traguardo. In tutti questi anni i costi sono più che raddoppiati, raggiungendo la cifra record di 17 milioni e mezzo (10 in più del previsto). Anche il progetto è diventato obsoleto ed è stato rivisto, mentre il materiale edilizio è rimasto accatastato, in attesa di essere usato, sotto la pioggia e il gelo su un terreno preso in affitto per l’occasione a ben 12mila euro l’anno. Nel frattempo, beffa nelle beffe, anche il tratto di strada già realizzato rischia di finire divorato dalle piante che, con gli anni, hanno ripreso il sopravvento sull’asfalto, mentre il primo sottopasso incompiuto è diventato una discarica abusiva a due passi dalle case.


SI TRATTA della variante per il centro ospedaliero di Monza lungo la strada provinciale numero 6 Monza-Carate Brianza, meglio conosciuta come «tangenzialina dell’ospedale». Un’opera molto attesa per liberare dalla morsa del traffico la zona nord della città e i comuni confinanti, grazie al collegamento fra la Sp6 e la Statale 36 attraverso la nuova scorciatoia dietro il grande ospedale. Un’opera che con gli anni è diventata un vero e proprio tormentone. Domenico Guerriero, capogruppo del Pd alla Provincia di Monza, l’ha definita una piccola Salerno-Reggio Calabria in salsa brianzola. Francesco Avanzini, portavoce di Cittadinanzattiva, si è fatto promotore di mille iniziative, scomodando le telecamere delle principali tv nazionali, mentre l’assessore provinciale alla Viabilità Francesco Giordano si è impegnato a sbloccare i lavori prima della scadenza del mandato sotto i riflettori di «Striscia la notizia». Potrebbe riuscirci in extremis, visto che il progetto è ripartito in queste settimane e secondo l’ultimo tabellino di marcia dovrebbe vedere la gara d’appalto entro fine anno e l’avvio dei lavori in primavera, giusto in tempo per la scadenza del mandato dell’attuale amministrazione provinciale e la probabile chiusura definitiva delle province.


LA STORIA parte da lontano. Il progetto risale al 1999 su iniziativa della Provincia di Milano. Costo complessivo 6 milioni e 197mila euro, oltre a 204mila euro di espropri, con un mutuo acceso all’epoca per 7 milioni e 624mila euro. Nel frattempo i comuni di Monza e Lissone hanno anticipato un milione di euro ciascuno, cui si aggiungono 10mila euro versati da Vedano. Ma l’opera, complice anche la divisione dei beni e delle competenze fra Palazzo Isimbardi e la neonata Provincia briantea, si è fermata al primo dei due sottopassi previsti nel tratto monzese. Un tira e molla su chi dovesse aprire il portafogli, unito al lievitare dei costi stimati, passati da 8 a 15 milioni, e infine 17,5, dovuto alle revisioni del progetto ma anche a opere non previste, come l’illuminazione e il sistema antincendio. Dopo tante proteste, i soldi sono stati trovati: 7 milioni di euro arrivano dalla Provincia di Milano, 3,7 da quella di Monza e altri 3 sono stati trasferiti da un finanziamento regionale su un’altra opera provinciale che non verrà realizzata.


ORA TUTTO è pronto per la gara: stazione appaltante la Provincia di Monza. Bisognerà realizzare 356 metri in tunnel e 142 a raso. Ma, finita l’attesa, ora cominciano i disagi. La galleria sarà realizzata con scavo a cielo aperto: ci vorranno due anni di lavoro.

di Monica Guzzi