Roma, 27 ottobre 2013  - "Io non ho fatto nulla di particolare, ho fatto quello in cui ho creduto. E’ stata una vita di scelte, non di sacrifici. E sono davvero felice che mi abbiate scelto come concittadina". Aung San Suu Kyi, leader dell’opposizione birmana e Nobel per la pace, si è schermita intervenendo in Campidoglio, dove ha ricevuto la cittadinanza onoraria di Roma (assegnatale nel 1994) e il premio Roma per la Pace (del 2007).

"E’ uno dei viaggi più felici che abbia mai fatto", ha aggiunto il  ricordando come "la prima volta che mi recai qui è stato 40 anni anni fa, quando ero una di Oxford. Il ricordo più caro è legato all’atteggiamento della popolazione e - ha rimarcato sorridendo - al gelato".

Aung San Suu Kyi ha poi raccontato del perché scelse proprio il calciatore Roberto Baggio, noto anche per la sua fede buddista, per ritirare al suo posto il premio Roma per la Pace nel 2007. Baggio, ha spiegato, era molto noto in Birmania dove il calcio è uno sport seguitissimo. "E io ho grande rispetto dei giovani e poi Baggio porta l’orecchino e a me piacciono molto gli orecchini", ha scherzato la leader dell’opposizione birmana.

"Finalmente eccoci fianco a fianco e finalmente possiamo guardarci negli occhi - ha detto, dal canto suo, Roberto Baggio - Sono davvero molto emozionato e felice: adesso, dopo 6 anni, posso finalmente consegnarti quel premio".

La leader dell'opposizione birmana ha poi parlato del suo Paese. In Myanmar "sono ancora necessari profondi cambiamenti, il più urgente dei quali è quello della nostra Costituzione, la più difficile da cambiare al mondo - ha spiegato -. Il mio paese ha bisogno di riconciliazione dopo tanti anni di divisione e di amarezza per guardare al futuro e agli altri pensando che tutti possiamo contribuire a un futuro migliore". 

E poi ha aggiunto: "Ogni Paese, non solo il mio, ha bisogno di pace. La pace nasce dal cuore e per raggiungerla bisogna sradicare la fonte dell’odio che è la paura". "Dappertutto ci sono dei conflitti, la loro causa primaria sono paura e odio, ma condannare non basta, bisogna agire concretamente. Bisogna condannare le azioni ma non le persone, nè in senso individuale nè in senso di popoli. Alla fine ci si può redimere", ha spiegato il premio Nobel , ribadendo più volte, nel corso del suo discorso, "l’importanza dei giovani per il nostro futuro".

I RICONOSCIMENTI - Nel 1994 il Comune di Roma, guidato allora dalla giunta Rutelli, aveva conferito la Cittadinanza onoraria romana ad Aung San Suu Kyi in quanto "impegnata sul terreno dei diritti umani e civili e dei diritti delle donne, già privata nella sua libertà personale ed in grave pericolo di vita". Il riconoscimento non venne ritirato perché la politica birmana era agli arresti domiciliari. Francesco Rutelli e Ignazio Marino le hanno consegnato una riproduzione in bronzo della Lupa di Roma, simbolo della cittadinanza onoraria. Walter Veltroni, Roberto Baggio e Ignazio Marino, invece, le hanno consegnato il premio Roma per la Pace 2007. Alla cerimonia era presente anche il ministro degli Esteri Emma Bonino.