Di SILVIA MASTRANTONIO

Roma, 7 novembre 2013 - M. ANDAVA in giro a raccontare che delle due baby Lolite una era la sua donna e l’altra la sua amichetta. Lui è uno dei cinque arrestati per il giro di prostitute minorenni che esercitavano nell’appartamento dei Parioli. In carcere è finita anche la mamma di una delle ragazzine.

La prossima settimana si riunirà il Riesame, poi si dovrebbe andare a processo immediato. Tutto ruota attorno a due adolescenti di 14 e 15, prostituite dall’uomo che parla nel corso di una telefonata intercettata. M. parla con un’amica e racconta della necessità di prendere in affitto la casa. "Mi serve, io ce devo sborsà i soldi...dici..con una casa qui a Roma faccio i miliardi..".

E ancora: "Pure R. che doveva andà a vedè venerdì. Ma per me venerdì è già tardi. Non me ne può fregà di meno siccome se io c’ho una casa queste due mi vengono lì dentro". "Tutte e due - specifica - a me mi fanno 600 euro al giorno".


M. non lesina aggettivi: "Due stronze così... due stronze così mi fanno fare 600 euro al giorno". È impaziente di dare sostanza al giro con le baby squillo e ogni minuto di attesa è insopportabile. "Non c’è più giochi per nessuno eh... perché io tanto due stronze ce l’ho e se vuoi rimedio pure un’altra stronza. Mi danno 600 euro al giorno, non so’ poche eh".


LA FRETTA suggerisce a M. di studiare scuse per ottenere, dalla proprietaria, l’uso immediato dell’appartamento. Poi prosegue parlando con l’amica: "C’ho casa, gli dico, stai ai Parioli. Quelle due manco vado a pigliarle quando escono da scuola. Mi vengono lì dentro. Prendersi casa, ’ste coglione, e gli servono i soldi e sfruttarle. Se non le sfrutto così, non le sfrutto più dopo, capisci?". E, sempre a proposito delle ragazzine, racconta: "Ho messo sesso di coppia con gold, cioè io guardo e quello mi scoppia. Una è la compagna mia, cioè una delle due dovrebbe essere la compagna mia e l’altra l’amichetta: 150 euro tutte e due".


MA QUESTA valutazione era precedente all’impianto stabile del traffico con la casa ai Parioli. Successivamente, le tariffe (e le pretese di M.) erano aumentate. Ottenuta la casa lo sfruttatore lo comunica alle ragazzine in una telefonata del 3 ottobre scorso. "Domani sera alle sette e mezza firmo il contratto". La ragazzina: "Quindi da domani sera ci stiamo?". M: "Tu, voi, volete venire già dalle otto in poi... se famo la tromba dell’amicizia, che ne so, che ve devo dì".


Lei: "Vabbé, ok. Comunque si inizia da lunedì". Ma lui ha fretta: "Volendo, come vi pare. Anche sabato, domenica, ragà". Lo stesso giorno, M. insiste con le ragazzine perché prendano contatti con un cliente che "vuole tutte e due". M: "Ne voleva una poi stava a parlà con tutte e due... volendo ce l’ha duecento euro, duecento comunque te li da".


M. ERA molto organizzato. Aveva provveduto, hanno accertato le indagini, anche a fornire alle baby Lolite due cellulari appositi per i contatti con i clienti. E quando le giovani raggiungevano i Parioli a bordo di taxi, M. si preoccupava di scendere e pagare le corse. Pensava a tutto lui e pretendeva di essere ragguagliato sugli incontri. Il 5 ottobre una delle due minori riferisce: "Oh, ne ho fatto uno eh". Successivamente M. si raccomanda: "È un brutto panzone, ciccione. Levagli due piotte a sto mongoloide. Perché glieli devi toglie. Nun se po’ guardà". Verso sera dello stesso giorno, una ragazzina chiede a M: "...niente, t’ha dato i cinquanta euro?". Lui risponde di sì e lei: "Ok, perfetto. So i miei". Poi lei aggiunge: "No, mica me lo sono trombato. No, più che altro... gli ho fatto...". Più volte, inoltre, finiva con lo sgridare le ragazze per ritardi o dimenticanze: "Chiama quello... sennò con me avete chiuso ragà, per me è finita da oggi, in questo momento è finita". Cosa che, ovviamente, M. non aveva alcuna intenzione di fare visto il cospicuo ritorno economico.