Roma, 6 dicembre 2013 - Non solo dolore. Sulla morte  di Mandela anche gaffe sul web e in pubblico. Come quella dil Antonio Razzi, il segretario della commissione Esteri di Palazzo Madama imitato anche da Maurizio Crozza, che sul suo sito ha ricordato Mandela così: "Ha offerto se’ stesso alla causa dell’Appartheid". Errori di grammatica a parte, lo scivolone è sul significato stesso di "apartheid", termine che indica la politica di segregazione razziale del governo bianco del Sudafrica nel dopoguerra. Ma Razzi non è l'unico ad essersi confuso: in mattinata in apertura di un sito si leggeva: "Mandela padre dell’apartheid". Poi il dietrofront e le scuse ai lettori.

Alle brutte figure di molti si è unito il cattivo gusto di altri. Nella Lega è scoppiata la bufera dopo la frase choc di un consigliere di Circoscrizione per la Lega a Verona, Francesco Vartolo, che ha scritto su Fb: “Finalmente il terrorista Mandela, belva assetata di sangue bianco trasformato in eroe dalla propaganda mondialista, si troverà di fronte a tutta la gente che ha fatto ammazzare. Con le bombe nelle chiese o con i copertoni incendiati intorno al collo”. "E' un'uscita da condannare e non rappresenta il pensiero della Lega" si è affrettato poi a riparare il presidente del Veneto Luca Zaia. E Matteo Salvini, consigliere: ''Non voglio nemmeno commentare le frasi su Facebook perché il mio pensiero su Nelson Mandela è chiarissimo e a monte di qualsiasi polemica, l'ho espresso ieri sera sul mio profilo: 'Un pensiero a Nelson Mandela e a chi lotta per la libertà". Subito dopo Salvini ha annunciato, senza mezzi termini, l'espulsione di Vartolo dal partito.

Sulla scia dei colleghi, si fa sentire, immancabile, anche Mario Borghezio: "Semplicemente scontato e doveroso, da parte di noi indipendentisti, il rispetto verso un eroe indipendentista come Nelson Mandela", dice l'europarlamentare leghista che subito dopo, però, si pone la questione della "tutela della minoranza bianca dalla persecuzione in Sudafrica". "Proprio in quanto indipendentisti - osserva infatti in una nota - non possiamo non porre il problema della persecuzione di cui sono oggetto nel Sudafrica-post Mandela i nazionalisti Afrikaners che combattono anch'essi per i loro diritti di libertà e che risultano in gran numero imprigionati nel 'democratico'  Sudafrica che, notoriamente, ha sempre tutelato e coperto personaggi come il razzista antibianco Mugabe".

Da oltreoceano arriva una gaffe targata Paris Hilton: "Riposa in pace Nelson Mandela, il tuo 'I have a dream' era così stimolante". Questo il tweet con cui l'ereditiera avrebbe attribuito a Mandela il famosissimo discorso sui diritti civili  tenuto in realtà da Martin Luther King nell'agosto del 1963. La figuraccia è rimbalzata sui social network e dopo poche ore è arrivata la smentita della cantante che, furiosa, ha parlato di un brutto scherzo. Si sarebbe trattato soltanto di un fake.