Genova, 18 dicembre 2013 - Bartolomeo Gagliano, un serial killer accusato di aver ucciso due prostitute e un omosessuale è evaso dopo aver ottenuto un permesso premio dal carcere di Genova.

LA FUGA - L'uomo, di 55 anni, ha fermato all’alba un panettiere a Savona, minacciandolo con una pistola e si è fatto portare in auto a Genova dove doveva rientrare in carcere.  Prima di partire però ha caricato in auto tre borse. Una volta arrivato a Genova ha fatto scendere il commesso e si è allontanato con l'auto, facendo perdere le proprie tracce. "E' molto pericoloso", hanno denunciato le forze dell'ordine. Una fuga, secondo le forze dell'ordine, decisa all'improvviso. Gagliano, infatti, ieri pomeriggio si è recato al dipartimento di salute mentale di Genova dove era seguito da tempo. La visita era già stata programmata, visto che l’uomo è anche stato dichiarato seminfermo di mente. Dopo è andato a trovare la madre a Savona.

CACCIA ALL'UOMO - L'uomo è ricercato in tutta Italia, gli inquirenti hanno a loro disposizione il modello e la targa della vettura: una Fiat panda chiara, e la descrizione del fuggiasco, trasmessi a tutti i valichi di frontiera e agli uffici di polizia giudiziaria.

APERTO UN FASCICOLO - La Procura della Repubblica ha aperto un fascicolo per sequestro di persona, rapina, porto abusivo di arma da fuoco e evasione. Del caso si occupa il gruppo criminalità organizzata diretto dal procuratore aggiunto Vincenzo Scolastico. Il fascicolo è stato affidato al pubblico ministero Alberto Landolfi, che già in passato aveva arrestato lo stesso Gagliano.

IL DIRETTORE DEL CARCERE - "Ormai Bartolomeo Gagliano era diventato una persona tranquilla. Era seguito da un pool di esperti che lo teneva sotto controllo e di lui credevamo di poterci fidare per il rientro". Così il direttore del carcere di Marassi, Salvatore Mazzeo, sorpreso dall’evasione di Gagliano. "Era al suo secondo permesso, la prima volta era rientrato e anche in questo crediamo volesse rientrare - ha aggiunto -. Alle 6 di ieri mattina ha costretto un uomo di Savona a portarlo a Genova proprio perché alle 9 aveva il rientro. Ha cambiato idea all’ultimo momento. E’ stato vittima di un attimo di follia".

"NON SAPEVAMO DEI PRECEDENTI" - "Noi non sapevamo che aveva quei precedenti penali" da serial killer, "per noi era un rapinatore", ha detto Mazzeo. Alla emittente ligure Primocanale ha spiegato: "Abbiamo valutato Gagliano in base al fascicolo di reato per cui era detenuto, che risale al 2006 e lo indica come rapinatore".

IL GUARDASIGILLI CANCELLIERI - "Si tratta di un episodio gravissimo che richiede un accertamento molto rigoroso. Faremo chiarezza ed individueremo eventuali responsabilità. Fatti di questo genere non possono e non devono accadere", ha detto il ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri. Il Guardasigilli ha anche sottolienato che "questo rischia di essere un duro colpo a quanto stiamo facendo per rendere il carcere un luogo più civile e in grado di assolvere alla propria funzione rieducativa".

I PRECEDENTI - Bartolomeo Gagliano, nato a Nicosia nel 1958 e trasferitosi da bambino a Savona, ha alle spalle tre omicidi e un tentato omicidio. Il primo delitto risale al 1981 quando uccise a Savona, sfondandole il cranio con una pietra, Paolina Fedi, di 29 anni, prostituta. Venne condannato a otto anni di manicomio criminale a Montelupo Fiorentino da dove evase nel 1989, assassinando poco dopo a colpi di pistola un transessuale uruguayano e un travestito e poi ferendo gravemente una prostituta. Azioni condotte assieme ad un complice. La sua ‘firma’ sugli omicidi, ricordano gli inquirenti, era un colpo di pistola alla bocca. La sua carriera criminale è poi segnata da evasioni da ospedali psichiatrici, rapine, detenzione di armi, possesso di sostanze stupefacenti, aggressioni, estorsioni. Era stato giudicato totalmente infermo di mente.

- Nell’aprile del 1990, a Firenze, Bartolomeo Gagliano sparò alla fidanzata, ferendola, e poi fuggì. La ragazza, che aveva 23 anni, venne trovata dalla polizia nel suo appartamento, distesa nuda sul letto, con un foro di proiettile nel mento ed un paio di slip sulla gola a tamponare l’emorragia. Dopo un giorno e due notti passati a girovagare per la citta’ e a telefonare alla polizia e agli ospedali, Gagliano si presenò spontaneamente ai medici dell’ospedale psichiatrico di Reggio Emilia, da cui era evaso un mese prima. Le ricerche dell’uomo erano iniziate poco dopo lo sparo alla ragazza: fu lo stesso Gagliano ad avvertire il 113. La pistola, una beretta 7,65, venne trovata vicino alla ragazza, in mezzo a numerose riviste pornografiche.