Genova, 19 dicembre 2013 - L'evasione del serial killer, incredibilmente in permesso premio, ha sollevato un mare di polemiche, ma ha anche dato il via alle ricerche di Bartolomeo Gagliano, che sembra essersi fatto di nebbia. E così è passata una notte di vane ricerche in tutta Italia per rintracciare il fuggitivo. Gagliano, 55 anni, condannato per due omicidi, sospettato di un terzo e accusato per un tentato omicidio, e con numerosi precedenti penali alle spalle, si è allontanato a bordo di una Panda Van verde targata CV848AW sottratta al panettiere che sotto la minaccia di una pistola è stato costretto a condurlo da Savona a Genova. Lì Gagliano lo ha fatto scendere dall’auto. Un giorno dopo la sua scomparsa, un altro detenuto non rientra in carcere dopo un permesso: si tratta di Pietro Esposito, un pentito di camorra.

PRIMA TRACCIA IN AUTOSTRADA - La Panda Van verde su cui è fuggito ha lasciato una traccia in autostrada. Gagliano, quando ha lasciato a Genova il panettiere Maurizio Revelli, che aveva sequestrato per farsi accompagnare da Savona al carcere, ha imboccato l’autostrada per allontanarsi dal capoluogo, forse verso la Francia.

LE INDAGINI - Le indagini proseguono a tappeto con posti di blocco, controlli in stazioni ferroviarie e dei bus, sistemi elettronici di rilevamento targhe e tecniche tradizionali di ricerca. Qualche speranza viene da un video effettuato dal sistema di sorveglianza del pronto soccorso dell’ospedale di Lavagna, che è stato sequestrato dai carabinieri: nei filmati potrebbe esserci l’immagine di Bartolomeo Gagliano. Il personale del pronto soccorso ha segnalato ai militari che un uomo sospetto, dalle fattezze simili a Gagliano, si aggirava nei pressi del pronto soccorso del levante genovese. Quando gli sono stati chiesti i documenti, questi si è allontanato senza fornire le proprie generalità. Il fatto è successo ieri sera. In nottata sono stati fatti i primi raffronti sulle immagini del filmato, anche grazie all’aiuto di personale della polizia penitenziaria che lo frequentava direttamente. I risultati sono per ora incerti ma secondo i primi riscontri non si tratterebbe di Gagliano.

IL PANETTIERE - "Guardate che con me quello là è stato un signore, si è comportato bene", ha detto Maurizio Revelli, il panettiere sequestrato da Bartolomeo Gagliano. “La polizia - racconta il panettiere - mi ha mostrato diverse foto, ma io non l’ho proprio riconosciuto. L’ho saputo dopo che si trattava di Gagliano. Ma devo proprio dare atto che con me si è comportato bene e durante il viaggio la pistola se l’è sempre tenuta in tasca”.

IL GIUDICE - Il permesso a Bartolomeo Gagliano “è stato rilasciato su basi legittime, dopo un lungo studio delle relazioni che riportavano da tempo una compensazione del disturbo psichiatrico, lucidità, capacità di collaborare, tranquillità e nessun rilievo psicopatologico”. Lo ha detto il giudice del tribunale di sorveglianza Daniela Verrina, che ha firmato il permesso.

L'APPELLO DELL'AVVOCATO - “Se cambi idea, chiamami. Sono a tua disposizione e a disposizione della tua famiglia”, è l’appello lanciato a Bartolomeo Gagliano dall’avvocato penalista genovese Mario Iavicoli, suo difensore dal 2011. Iavicoli ha chiesto agli organi di stampa di diffondere questo suo appello sperando che Gagliano lo contatti al più presto. 

I VICINI DI CASA - “C’è un uomo armato in circolazione. Che cosa vuole che le dica? Che ho paura? Ma non sono la sola ad essere spaventata. Ha avuto un coraggio da leoni il panettiere che ha viaggiato con quel criminale fino a Genova. Non poteva fare altrimenti: anche perche’ aveva una pistola”, racconta Lorenzina Pavese, vedova che abita in via Crispi, a poca distanza dalla casa di Bartolomeo Gagliano.

Vicino al bar di via Crispi, dove la barista ha poca voglia di parlare, due donne leggono il giornale e parlano del serial killer: “Chissà dove potra’ essere ora quel pazzo criminale?”. In via Crispo Gagliano veniva a trovare la madre durante i permessi premio. “Ci chiedete se lo abbiamo mai incontrato? - dice una donna appena uscita dall’asilo dove ha accompagnato il figlio - Si conosciamo la mamma, anziana e malata. Ma qui ognuno si fa i fatti propri”, taglia corto.

PROSTITUTE IMPAURITE - Da Genova a La Spezia è terrore tra le prostitute dopo l’evasione del serial killer. Presidi a ‘luci rosse’ la notte scorsa sono rimasti a Chiavari, a Lavagna, e in alcuni quartieri di Genova, oltre a quelle che lavorano nei caruggi del capoluogo ligure.
La voce della fuga di Gagliano in poche ore ha fatto il giro nell’ambiente e molte prostitute hanno iniziato a diffidare dall’accettare incontri con clienti non conosciuti. Una sorta di psicosi che si sta diffondendo anche nelle regioni limitrofe.

LE VOCI DAL CARCERE  - "Quando era dentro difendeva gli agenti di polizia penitenziaria dagli altri detenuti", dice radio-carcere di Gagliano, detenuto nell VI sezione al secondo piano. E ancora: "Socializzava con tutti, giocava a carte con gli altri detenuti e frequentava l’ora d’aria ma non sempre aveva buoni rapporti con tutti. Difendeva gli agenti della Penitenziaria, questo sì, dai detenuti". A Gagliano era stato offerto un lavoro in carcere "nella panetteria interna" ma l’offerta era stata poi annullata "perché si era dimostrato instabile".

I DATI DI ANTIGONE - Nel 2012 ci sono stati 52 detenuti che sono evasi dal carcere approfittando del permesso premio. A renderlo noto è il presidente dell’associazione Antigone, Patrizio Gonnella, che ha presentato questa mattina alla stampa il decimo Rapporto nazionale sulle condizioni di detenzione realizzato dall’associazione. Gonnella ha comunque sottolineato che queste 52 evasioni sono molto poche rispetto al numero di permessi che sono stati concessi l’anno scorso, ossia 25.200. “Abbiamo quindi lo 0,2 per cento di casi di evasione con i permessi premio”, ha detto, aggiungendo: “non c’e’ motivo di creare allarmismo, ma certamente nelle carceri non si conoscono le biografie dei detenuti, ormai è tutta burocrazia”.