Roma, 9 gennaio 2014 - Sette persone ai domiciliari per associazione per delinquere, traffico di rifiuti, frode in pubbliche forniture, truffa in danno di enti pubblici, falsità ideologica commessa da pubblici ufficiali in atti pubblici.

L’indagine della procura di Roma sulla gestione dei rifiuti solidi urbani nella capitale e nella Regione giunge a un punto di svolta con l’ordinanza cautelare del gip Massimo Battistini e notificata al ‘re della monnezza’ Manlio Cerroni, che per anni ha tenuto banco con l’attivita’ della discarica di Malagrotta, e ad altre sei persone.

Per anni hanno commesso reati di ogni tipo "per consentire il mantenimento o l’ampliamento della posizione di sostanziale monopolio di Manlio Cerroni e delle sue aziende nel settore della gestione dei rifiuti solidi urbani prodotti dai comuni della Regione Lazio". Questa la principale accusa che è costata gli arresti domiciliari all’86enne avvocato, definito il ‘re della monnezza’ o ‘il Supremo’ da alcuni indagati, e agli altri sei: Francesco Rando, amministratore unico di molte imprese riconducibili a Cerroni, l’altro socio Piero Giovi, l’ex presidente della Regione Lazio Bruno Landi, "cerniera" fra il gruppo imprenditoriale e le strutture politico-amministrative della Regione, Giuseppe Sicignano, preposto all’impianto Tmb (trattamento meccanico-biologico) e supervisore delle attività operative del gruppo Cerroni ad Albano Laziale presso la Pontina Ambiente, Luca Fegatelli, già capo dipartimento della Regione Lazio, e Raniero De Filippis, fino al 2010 responsabile del dipartimento del Territorio della Regione Lazio.

Complessivamente l’inchiesta della procura di Roma coinvolge più di venti persone, tra cui l’ex governatore Piero Marrazzo e l’ex presidente di Ama, Giovanni Hermanin, e chiama in causa anche l’ex assessore regionale Mario Di Carlo e il responsabile unico del procedimento in seno al commissario delegato per l’Emergenza ambientale Arcangelo Spagnoli, entrambi deceduti.

Più di venti sono state le perquisizioni presso abitazioni, uffici e sedi di società mentre ammonta a quasi 19 milioni di euro il sequestro per equivalente disposto dal gip nei confronti della società E.Giovi srl (gestore della discarica di Malagrotta) e Pontina Ambiente srl (gestore della discarica di Albano Laziale), provento dei reati di traffico di rifiuti. Oltre al termovalorizzatore, la procura indaga sulla gestione dell’impianto di raccolta e trattamento rifiuti di Albano Laziale, sulla realizzazione di un invaso per un discarica a Monti dell’Ortaccio e sulle tariffe e le ordinanze regionali per lo smaltimento dei rifiuti nei Comuni di Anzio e Nettuno.

In particolare, con riferimento ad Albano Laziale, gli indagati avrebbero gestito abusivamente ingenti quantitativi di rifiuti, smaltito in discarica quelli speciali non pericolosi in assenza di autorizzazione, avviato a termovalorizzazione un quantitativo annuo inferiore a quello dichiarato, incrementato unilateralmente la tariffa per la termodistruzione e fatto conseguire al consorzio Coema un ingiusto vantaggio patrimoniale consistito nella possibilità di costruire l’impianto su un terreno della Pontina Ambiente, evitando allo stesso Coema la perdita dei contributi pubblici per energie rinnovabili. A Monti dell’Ortaccio, invece, si sarebbe realizzato, mediante lo sbancamento di ingenti quantitativi di terreno e la realizzazione dell’invaso di una futura discarica, una trasformazione urbanistica in assenza di permesso a costruire. (Fonte Agi)

Ma l'ex governatore del Lazio Piero Marrazzo si difende: "In merito alla notizie apparse sui media, riguardanti l’inchiesta sui rifiuti nel Lazio - fa sapere tramite il suo legale - non posso che dichiarare la mia totale estraneità dai fatti. Nel ribadire di avere sempre operato - da presidente della Regione Lazio e commissario ai rifiuti - nel massimo rispetto delle leggi, sono pronto sin da adesso a mettermi a disposizione degli organi competenti, magistratura e Carabinieri del Noe, per chiarire ogni aspetto".

Intanto sono al vaglio degli investigatori anche i rapporti tra Manlio Cerroni e alcuni esponenti della politica nazionale, le cui fondazioni sarebbero state "oggetto di generose elargizioni sotto forma di finanziamento: 20mila euro nel solo 2008". A quanto emerge dalle indagini dei militari del Noe si tratterebbe di alcuni ex-capigruppo in Parlamento di partiti di centrodestra e centrosinistra.