Riccò del Golfo (La Spezia), 12 gennaio 2014 - Cinquanta posti letto a pochi passi dalle Cinque Terre, con ristoranti, bar e una piscina, realizzati in un borgo ristrutturato da capo a piedi grazie ai denari dell’Unione Europea ma ancora in attesa di essere utilizzati a distanza di cinque anni dalla fine dei lavori perché manca l’energia elettrica sufficiente a farli funzionare.

Paradosso e spreco hanno trovato domicilio a Codeglia, piccola frazione del comune di Riccò del Golfo, nell’entroterra spezzino, dove di quel progetto pilota di albergo diffuso realizzato nel 2009 in project financing dal Comune e costato quasi quattro milioni di euro, oggi rimangono intonaci sbiaditi ed edifici vuoti, con l’incuria e il degrado che hanno cominciato a intaccare le strutture. Quel contributo a fondo perduto veicolato dalla Regione Liguria per trasformare vecchi ruderi in strutture ricettive e far diventare il borgo collinare una delle principali porte di accesso alle meraviglie delle Cinque Terre, da tempo è entrato di diritto nel libro nero degli sprechi tanto da destare l’interesse anche della Procura regionale della Corte dei Conti e della Guardia di Finanza.

La vicenda affonda le radici nel 2006. Il Comune della bassa Val di Vara, dopo aver sottoscritto accordi sull’acquisizione di ruderi e fabbricati inutilizzati del borgo, e grazie a un corposo finanziamento dell’Unione europea da 2,4 milioni di euro ottenuto nell’ambito dei piani di potenziamento e riqualificazione dell’offerta turistica, avvia i lavori con la compartecipazione di una cordata di imprese guidata da un’azienda genovese, che ancora oggi detiene la concessione trentennale in affitto delle opere, ovvero fino al 2046. I lavori, dopo una proroga di quasi un anno, vengono terminati nel maggio del 2009, e un mese più tardi arriva anche la perizia del collaudo finale delle opere, con tanto di doccia gelata per chi si augurava una rapida inaugurazione e un altrettanto veloce utilizzo delle strutture. Non c’è corrente elettrica a sufficienza per rendere operativi bar, ristoranti, piscine e bed&breakfast. Così da quasi cinque anni la struttura è preda del degrado.

La piscina del complesso alberghiero è piena di acqua piovana stagnante, gli infissi e gli intonaci degli edifici ristrutturati appena pochi anni fa cominciano a sentire il peso del tempo e gli scarichi fognari in parte non sono stati ancora realizzati, mentre le uniche visite all’albergo diffuso sono state fino a oggi quelle dei ladri, che non disdegnano sortite nei locali ristrutturati per portarsi via suppellettili, infissi, persino piastrelle e ringhiere.

Un borgo che diversamente dalle premesse assomiglia sempre più a un paese fantasma, animato solamente dalle quattro storiche famiglie del paese che vi risiedono da decenni. Tutto fermo, in attesa dell’energia elettrica, nonostante il caso dell’albergo diffuso che avrebbe dovuto cambiare il volto e le sorti del paese sia sbarcato più volte anche nel Consiglio regionale ligure e diventi argomento di discussione infuocata anche in occasione dei Consigli comunali del paese.
 

Matteo Marcello