Roma, 23 gennaio 2014 - Per la prima volta i dirigenti dell'Associazione Nazionale Presidi (Anp) sono scesi oggi in piazza a Roma per manifestare prima sotto il ministero dell’Istruzione e qundi davanti Montecitorio per lanciare “un allarme sulla situazione dell`istruzione" in Italia: i presidi - che indossano una mantellina azzurra - denunciano una situazione ormai insostenibile che colpisce duramente la categoria, ma anche e soprattutto il settore che dovrebbe presiedere al rilancio dell`Italia: l`istruzione”, dice l’Anp. Sono attesi in piazza centinaia di dirigenti.

In Italia lavorano 8.000 dirigenti scolastici che si occupano di quasi 44.000 istituti. Ogni preside segue e organizza fino a 6 istituti.

LE CIFRE DELLA CRISI - Scuole, e quindi presidenze, ridotte del 25% (da diecimila e ottomila), numero delle sedi e degli alunni invariati, nessun compenso aggiuntivo per i collaboratori dei dirigenti, sempre nuovi adempimenti amministrativi e burocratici. Tutto con bilanci sempre più scarni: è la condizione dei dirigenti scolastici italiani che si sono dati appuntamento sotto il ministero dell’Istruzione.“Se il dirigente deve coordinare il lavoro di molti plessi, a volte lontani gli uni dagli altri, a volte situati in comuni diversi - si legge in un documento - ha bisogno di collaboratori, di tempo e risorse”.

Ma nessuna di queste voci viene messa a disposizione nella misura necessaria. A questo, denunciano i presidi, si aggiunge il “prelievo ingiustificato che si vuole operare, in alcune regioni già avviato, sulle retribuzioni dei dirigenti. Retribuzioni già inferiori di circa il 50% rispetto a quelle degli altri dirigenti di seconda fascia. Né - si legge ancora nel documento - considerare normale che il carico di lavoro di ogni dirigente scolastico sia stato più che raddoppiato negli ultimi due anni. Nessun dirigente di seconda fascia è titolare delle relazioni sindacali, della sicurezza sul luogo di lavoro, della trasparenza, dell’anticorruzione.
Nessuno paga di tasca propria le sanzioni amministrative per gli inadempimenti causati dalle segreterie e dagli uffici del personale. I dirigenti scolastici si’”.

Per tutte queste ragioni, l’Anp chiede il reintegro del Fondo unico nazionale per la retribuzione di posizione e di risultato dei dirigenti scolastici; la piena attuazione dei contratti regionali integrativi, gia’ firmati e bloccati in via amministrativa dal ministero dell’Economia; la sospensione immediata dei recuperi sugli stipendi già in corso in Campania e Sardegna e annunciati in altre regioni; l’immediato stanziamento di 5 milioni di euro per onorare il debito che il Governo ha contratto dal 2010 e che doveva servire al sostegno della retribuzione dei dirigenti piu’ giovani. Lo strumento attraverso il quale realizzare tutto questo, conclude l’Anp, sarebbe il decreto legge appena varato dal Cdm. 

L'APPELLO DEL MINISTRO - Ma a lamentarsi è anche il ministro Maria Chiara Carrozza, che a margine di un incontro a Lecce ha dichiarato papale papale: "Il Ministero dell’Istruzione non ha più risorse per occuparsi del problema degli ex Lsu ma stiamo cercando ugualmente soluzioni”. Le ore degli ex Lsu impiegati nei servizi di pulizia delle scuole, sono state diminuite in seguito al cambio degli appalti.

“Dopo una trattativa durata una notte ho fatto una proroga d’accordo con il governo per trovare una soluzione e aprire il tavolo prima di Natale con gli ultimi fondi che avevo presso il ministero dell’istruzione - ha detto la Carrozza - E’ stato aperto un tavolo, pur non avendo il ministero dell’istruzione gli strumenti per affrontare il problema del ricollocamento sul lavoro, io mi sono sentita in dovere di aprire per rispondere alle loro richieste”.