Sochi, 19 febbraio 2014 - Non hanno fatto in tempo a intonare “Putin vi insegnerà ad amare la patria”, quando sono state attaccate da cosacchi in divisa con i tradizionali colbacchi. Pussy Riot ancora una volta nel mirino del presidente russo. Le componenti band femminile sono state malmenate con manganelli e attaccate con spray al peperoncino da soldati cosacchi incaricati di garantire la sicurezza a Sochi, mentre tentavano di esibirsi in nuova performance ostile al presidente russo con l’intento di filmare un video musicale con il porto sullo sfondo. Lo riportano diversi media online e loro stesse tramite social network. Nadezhda Tolokonnikova e Maria Alyokhina, che ieri erano state fermate per alcune ore dalla polizia insieme ad attivisti per i diritti umani, hanno scritto sui loro account di esere state colpite. Aisya Krugovikh, dell’entourage della band, ha raccontato che i soldati hanno urlato alle ragazze le frasi: “Chiudete la bocca” e “vi siete vendute agli americani”.
Immagini di quanto accaduto sono state mostrate sull’account del collettivo Voina, mentre la Alyokhina ha postato una foto del torace della Tolokonnikova che mostra i segni delle botte ricevute. Entrambe si sono fatte medicare in ospedale. Il marito della Tolokonnikova, Pyotr Verzilov, - si legge su un tweet della stessa artista - ‘’ha perso la vista’’ dopo che i cosacchi gli hanno spruzzato dello spray al peperoncino.