BARI, 21 FEBBRAIO 2014 - NEI SECOLI scorsi era tutto più semplice: quadri e sculture erano riconoscibili da chiunque. Ma poi è arrivata l’arte moderna e ha ingarbugliato la situazione. Così può capitare che un’addetta alle pulizie getti nella spazzatura due opere di una mostra o che un operaio stucchi un finto foro disegnato sulla parete di un museo. Sono gli ultimi due episodi collegati all’arte ‘incompresa’.
Partiamo dal primo, appena accaduto a Bari. Una donna delle pulizie è stata ingannata da due realizzazioni in carta di giornale e cartone della rassegna di arte contemporanea ‘Display Mediating Landscape’ in mostra, con dei biscotti, nella sala Murat di Bari: entrambe le creazioni sono finite in discarica. L’operaia ha consegnato all’alba le due opere — del valore di qualche migliaio di euro — a una squadra della nettezza urbana, che ha provveduto allo smaltimento.
Anna Macchi, 47 anni, barese, è la protagonista del curioso episodio. «Non mi sono accorta di nulla — ammette — Che cosa ne potevo sapere? Se sono pentita? No, ho fatto il mio lavoro. Triste? Sì».


IL CASO ha portato anche a un intervento istituzionale. «Siamo ovviamente molto dispiaciuti per quanto accaduto — spiega Antonio Maria Vasile, assessore al marketing del Comune —. È evidente che l’addetta alle pulizie della sala non si è resa conto di aver buttato via due opere. Ma questo è tutto merito degli artisti che hanno saputo interpretare al meglio il senso stesso dell’arte contemporanea, cioè quello di interagire con l’ambiente circostante. A ogni modo l’assicurazione coprirà i danni procurati». Lorenzo Roca dell’impresa di pulizie ‘Chiarissima’ non ricorre a giri di parole e va direttamente alle scuse: «È un episodio mai successo prima d’ora, eppure ci sono state mostre davvero importanti lì. La signora delle pulizie ha visto dei contenitori vuoti accatastati, ha visto passare gli operatori ecologici e li ha consegnati». La donna viene descritta come una persona onesta e meticolosa.


«L’HO CHIAMATA e sta male — prosegue Roca — ma noi siamo assicurati e la nostra società si rende disponibile sin da ora a risarcire il danno. Chiediamo scusa per l’accaduto». E risale solo a una decina di giorni fa un’altra storia originale, accaduta al Museo d’arte di Ravenna, dove un operaio ha stuccato per errore un foro dipinto dallo street artist riminese Eron.
Proviamo a descrivere l’opera non capita: era formata da uno specchio, posizionato sul pavimento come se fosse caduto, e dal buco del chiodo che avrebbe dovuto sostenere la cornice, disegnato come una sorta di trompe l’oleil.
Una trappola per chi, a fine mostra, era stato incaricato di sistemare la sala in vista del prossimo allestimento. «La parete sulla quale ho disegnato il finto buco doveva comunque essere riverniciata — ha commentato con eleganza Eron — Il museo non ha colpe».

di Donatella Barbetta