Ferrara, 6 marzo 2014 - GLI ULTIMI a entrare, dai graffiti sulle camerate, sono Boris e ‘Barook’. Giovani fantasmi dell’ex caserma, abbandonata da oltre vent’anni nel cuore della città. Writers, ed improvvisati videomakers (autori di un lungo video visibile su Youtube, con la colonna sonora dell’horror Silent Hill); oltre a piccioni, ratti, biscie. Poco altro, dal 1993 quando la «Pozzuolo del Friuli», storica sede del 4° reggimento di cavalleria e artiglieria leggera, venne soppresso per la ristrutturazione delle forze armate. Quasi 30mila metri quadrati di superficie, tra le Mura estensi ed il vicino ospedale Sant’Anna (chiuso da poco e traslocato a Cona); enormi piazzali in cui una quindicina d’anni fa, con una spesa di appena 300mila euro, avrebbe potuto essere attrezzato un moderno parcheggio. E strutture, realizzate tra il 1912 e il 1925 con la trasformazione di un antico convento, caratterizzate anche da interessanti architetture Liberty. Ma il complesso, uno dei più grandi edifici militari dismessi del Nord Italia, è chiuso ed abbandonato.

PERIODICAMENTE l’ex caserma è stata inserita nell’elenco dei beni demaniali da ‘valorizzare’, ovvero da vendere; ma le lentezze e gli intrecci della burocrazia, hanno incagliato l’iter. Avrebbe potuto, quando ancora era attivo il vicino ospedale, diventarne la sede naturale dell’espansione; oppure essere ristrutturata approfittando, negli anni ’90, di un boom edilizio che poi è scemato. Di volta il volta, i governi hanno affidato a enti e società presto disciolte (quindi all’Agenzia del Demanio), il compito di metterne a profitto un valore, stimato ancora oggi in almeno 30-40 milioni di euro. L’ultimo tentativo è stato avviato nel 2013 dal governo Letta; che ha inserito anche la ‘piazzaforte’ di Ferrara, in un ristretto elenco di complessi militari inutilizzati, trasferiti alla Cassa Depositi e Prestiti attraverso la costituzione di un fondo immobiliare (Sgr Invimit), che dovrebbe avere il compito di concretizzarne la vendita e la ristrutturazione. Altri studi, dunque, e consulenze; altre iniziative di promozione e marketing, oltre a piani urbanistici su cui dalla metà degli anni ’90 si sono cimentati anche i tecnici del Comune.

NELLE ultime tre legislature, sono stati prodotti piani di recupero urbanistico; l’ultimo è relativo alla creazione, dentro l’ex caserma, di un grande terminal turistico, una sala congressi e un giardino rinascimentale, collocato a fianco dell’attiguo Palazzo Bonacossi. Ma anche questa rischia di essere l’ennesima utopia, mentre le erbacce — che periodicamente qualcuno comunque entra a rimuovere —, le ragnatele e il degrado, non si arrestano. Nei magazzini ci sono ancora le tracce degli pneumatici e delle cassette (vuote) dei proiettili; sulle scalinate e nei dormitori, documenti e brandelli di fotografie. C’è la statua in terracotta di Santa Barbara, protettrice degli artiglieri, ed il bar con la sala biliardi che per restare in tema cinematografico, sembra quello dell’Overlook Hotel di Shining. C’è soprattutto la sensazione di inutilizzo e inerzia: anche quando, nel 2012, arrivarono a Ferrara decine e decine di profughi dall’Egitto e si cercava una struttura per il centro d’accoglienza, i cancelli vennero aperti e subito richiusi. Troppo vasta, troppo costosa da sistemare. Troppo degradata. La Grande Bruttezza.

Stefano Lolli