Città del Vaticano, 11 marzo 2014 - Un anno di Papa Francesco, e i cambiamenti si vedono. Un linguaggio “così semplice e allo stesso tempo diretto e capace di colpire al cuore”. “Mi chiedo come avevamo fatto ad arrivare al punto di non saperci più dire cose vere, belle, profonde e semplici, ma solo cose complicate. Papa Francesco ci ha riportato all’autenticità, alla verità, all’attenzione per l’altro”. Sono le parole di monsignor Enrico Feroci, direttore della Caritas diocesana di Roma che in una intervista a Radio Vaticana sottolinea come l’effetto Bergoglio, sia tangibile dopo un anno dall’inizio del pontificato anche solo per il numero crescente di volontari che si mettono al servizio dei più poveri.

“La prima volta che l’ho incontrato - racconta - sono stato colpito dai suoi occhi, da quello sguardo attentissimo alla persona, come se non esistesse altro attorno”. Una delle frasi che, secondo il direttore della Caritas di Roma fa riflettere è “la Chiesa non è una Ong”.
“Noi dobbiamo - continua - non solo distribuire i pasti alle persone, ma far capire loro che c’è un altro pane, un cibo più autentico e più vero che dà un’altra prospettiva”. Una cosa è certa: uno dei risultati “più evidenti” di questo primo anno di pontificato “è l’aumento dei volontari che si mettono a disposizione dei poveri. Noi lo costatiamo quotidianamente - aggiunge -. Abbiamo un corso per volontari e sono più di 200 quelli che vogliono prepararsi per prestare servizio nei nostri vari centri”.

E monsignor Feroci conclude: “Non ha senso criticare il Papa per quella che alcuni definiscono un’impostazione eccessivamente ‘pauperistica' della sua pastorale. Lui ci ricorda sempre che uno dei capitoli più importanti del Vangelo è il numero 25 di Matteo dove si legge ‘tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me'. Quindi non è una scelta ideologica o di facciata, fatta per accattivarsi la gente. è Vangelo. Mi sembra che il Papa ci stia ridicendo le parole di Gesù. E quindi è una scelta che per noi è fondamentale. A meno che non si voglia criticare Gesù stesso”.