ROMA, 29 marzo 2014 - La povertà - di cui molti, forse troppi parlano - bisogna guardarla in faccia. E' quello che in Italia fa la Caritas, che dal suo osservatorio quotidiano sugli effetti della crisi economica sforna dati e numeri davvero impressionanti. Si scopre ad esempio che al Sud quasi il 60% degli indigenti che bussano alla porta della Caritas è italiano.

Emergenza anche, ma in tutt'Italia, per le coppie che si separano e che non riescono a trovare casa, aumentando così la richiesta di dormitori, quando non possono tornare ad abitare con i genitori.

I DATI - Il 61,8% di chi si rivolge alla Caritas per indigenza è straniero, tranne al sud Italia dove invece col 59,7% prevalgono gli italiani. Lo rileva il 13/o Rapporto sulla povertà e l’esclusione sociale in Italia su dati raccolti presso 814 Centri di Ascolto (Cda), su 2832 complessivi, di 128 diocesi (58,2%). Nel biennio 2012-13 è "aumentata la richiesta di aiuto, la fila di persone davanti ai Cda si allunga ma non tutte le persone in difficolta’ sono prese in carico". 767.144 complessivamente gli interventi di aiuto e sostegno erogati nel 2013.
La necessità più frequente è la povertà economica (59,2%), seguono i problemi di lavoro (47,3%) e quelli abitativi (16,2%).

IDENTIKIT - Chi si rivolge ai centri di ascolto (Cda) è in prevalenza donna (54,4%), è coniugato (50,2), è disoccupato (61,3%), con domicilio (81,6%). Ha figli nel 72,1% dei casi. Il 15,4% è separato o divorziato; il 6,4% è analfabeta o completamente privo di titolo di studio.
I problemi familiari siano più diffusi tra gli italiani (13,1% rispetto al 5,7% degli stranieri), mentre la situazione appare rovesciata per quanto riguarda i problemi abitativi, più diffusi nella componente straniera dell’utenza (17,2 contro il 14,6%).

Il 34% degli utenti richiede beni e servizi materiali, il 26,8% l’attivazione e il coinvolgimento di soggetti ed enti terzi (26,8%), il 10,3% orientamento a servizi o informazioni su misure/prestazioni socioassistenziali disponibili nel territorio (10,3%). Un aiuto economico e’ richiesto in modo esplicito da una minoranza di persone (10,7%).

GENITORI SEPARATI - La separazione aggrava fino a quattro volte l’emergenza abitativa, costringendo gli ex coniugi a tornare a casa dai genitori o essere ospitati da amici. Anche il ricorso ai dormitori aumenta fortemente dopo la rottura di un legame di coppia, passando dal 1,5% al 18,3%.
I dati resi noti dalla Caritas sono il risultato della prima indagine nazionale sulla condizione di vita dei genitori separati realizzata attraverso 466 interviste di persone che hanno fatto ricorso a centri di ascolto (36,9%), ai consultori familiari (33,5%), ai servizi di accoglienza (18,5%) e alle mense (8,2%) della rete Caritas.

Per quasi un genitore su due (46,1%) si rileva un forte disagio occupazionale, ed è infatti in cerca di un’occupazione. Dopo la separazione, molti non si possono permettere una casa in affitto e diventano precari abitativi: il numero di persone che vive in coabitazione con familiari e amici è cresciuto dal 4,8% al 19%, mentre quelli che ricorrono a strutture di accoglienza o dormitori sono passati dall’1,5% al 18,3%), che vive in alloggi impropri (dallo 0,7% al 5,2%).