Roma, 29 marzo 2014 - Per la quarta volta l’imprenditore triestino Marcello Di Finizio è salito sulla cupola di San Pietro. L’uomo ha srotolato uno striscione, come aveva fatto in tre precedenti occasioni, per protestare contro il governo e le multinazionali.

“Papa Francesco aiutaci tu” contro “la macelleria sociale, “presidente Napolitano, per amore di Dio fermatevi, ci state ammazzando tutti”. (FOTO) Sono alcune delle frasi che si leggono sullo striscione che l’imprenditore triestino.

Marcello Di Finizio, titolare di un noto locale del lungomare di Trieste, nel maggio dello scorso anno (FOTO) era riuscito per la terza volta a scalare la Cupola per manifestare contro l’euro e contro il “massacro” della crisi.

In passato si era schierato contro banche, politici e la legge Bolkestein sulle assegnazioni demaniali, che a suo dire comprometterebbe la prosecuzione della sua attività imprenditoriale. La prima volta salì sulla cupola a luglio 2012 e di nuovo ad ottobre dello stesso anno (FOTO).

Una protezione di plexiglass posizionata sul balcone della Cupola di San Pietro proprio per evitare il ripetersi di gesti come il suo, non è bastata a fermare Marcello Di Finizio l’imprenditore triestino si è calato con corde da alpinista per fermarsi sulla tettoia di una delle prese di luce della cupola michelangiolesca.

Sulla cupola è intervenuta la Gendarmeria vaticana nel tentativo di convincere l’imprenditore a desistere dalla sua protesta.

“Mi hanno portato via tutto, ma non mi porteranno via anche la dignità”. Questo il messaggio pubblicato in questo momento su Facebook da Marcello Di Finizio.

Mi hanno mentito per tre volte - scrive -, ma non darò loro la soddisfazione di suicidarmi, io combatterò sempre per difendere la mia casa e il mio lavoro fino all’ultimo respiro. Se vogliono ammazzarmi (ammazzare la gente) lo devono fare davanti a tutti, affinché sia chiaro che questi non sono suicidi, ma omicidi di stato”. “E’ sempre sbagliato mettere la gente, la società civile, il tessuto produttivo di questo paese, nelle condizioni di non avere più nulla da perdere - conclude -. La storia lo insegna!”.

E' FERITO, CHIEDE GARZE -  Sarebbe ferito ad un polpaccio l’imprenditore triestino. A riferirlo è l’associazione balneare “Donnedamare” in una nota. “Marcello Di Finizio risalito sulla Cupola per noi, non si sente bene, ma non demorde - si legge nel comunicato -, gli hanno portato via l’impresa, la casa, la dignità e stavolta non ascolterà nessuno, noi colleghi compresi, che gli chiederà di scendere”.

Lo stesso imprenditore ha lanciato un appello su Facebook. “Per favore potete chiamare la segreteria del Vaticano e dire a loro se, molto cristianamente, potrebbero fornirmi solamente di un po’ d’acqua e di garze e disinfettante - scrive -. Credo che l’acqua non si possa negare neppure a un criminale condannato a morte. Se non hanno l’acqua in alternativa va bene anche una spugna di aceto”.