Roma, 13 aprile 2014 - è incinta di due gemelli, ma non sono suoi. A raccontare la vicenda è il quotidiano ‘La Stampa’. L’errore sarebbe stato commesso all’ospedale Sandro Pertini di Roma, dove il 4 dicembre scorso quattro coppie si sono sottoposte ad un trattamento di fecondazione assistita. Il Ministero avvierà un'ispezione per fare luce sul caso. è stata anche istituita una commissione d’indagine e da un paio di settimane l’unità di fisiopatologia per la riproduzione e la sterilità dell’ospedale rimane chiusa al pubblico.

LA COPPIA: SCIOCCATI - “Sono scioccati. C’è in loro frustrazione, un senso di coartazione e disagio. Sono venuti da me solo per essere tutelati”, racconta Michele Ambrosini, legale della coppia che avrebbe subito lo scambio di embrioni. “Credo - ha spiegato - che sia il primo caso di questo tipo in Italia. Se intervenisse la magistratura, farebbe giurisprudenza. Finora non abbiamo presentato alcuna denuncia penale, nè abbiamo ancora fatto una quantificazione dei danni. Sono vicende davanti alle quali si rimane scioccati. Il danno credo che ci sia - ha aggiunto l’avvocato - ma il quantum diventa difficile da quantificare. Forse sarebbe stata necessaria una maggior tutela, una maggior privacy, perchè si rischia di creare una psicosi collettiva generalizzata”.

La coppia si è rivolta all’avvocato “a febbraio, dopo che avevano eseguito una villocentesi al S. Anna di Roma nella quale era stato rilevato che non c’era materiale genetico nè del padre nè della madre”. Erano in attesa degli accertamenti del Pertini perchè “ci sembrava una problematica talmente piena di aspetti sia giuridici, sia sociali, sia psicologici che etici che non si poteva non rendere partecipe la struttura. Non abbiamo presentato denuncia, ma cercavamo di avere il massimo di privacy e di riservatezza”.

In merito all’ipotesi ventilata dal professor Novelli, membro della commissione regionale d’inchiesta, che non esclude l’ipotesi che si possa esser trattato di uno scambio di referti e non di provette, l’avvocato Ambrosini non si esprime ma fa notare che “per poter fare un discorso di questo genere, c’è bisogno che il professor Novelli chieda al S. Anna l’autorizzazione ad aprire le pratiche tutte le coppie che hanno fatto la villocentesi quel giorno”. Insomma, il legale non nasconde che si tratti di un caso complesso da molti punti di vista, a partire dalla normativa sui riconoscimenti di genitorialita’, ma anche in particolare da quello etico: “Tutti vogliono dare una etichetta. Oggi ho letto il parere del professore laico, del cardinale, tutti rispettabilissimi. Ma qui c’è una povera donna che si trova con due bambini sani. Cosa deve fare? Non è solo un utero in affitto - ha concluso - ma coartatamente in affitto”.

L'ERRORE - Gli embrioni sarebbero stati confusi e scambiati e il risultato è che una delle quattro mamme porta in grembo da quattro mesi due gemelli non suoi, che “non sono compatibili - spiega il quotidiano - con i profili genetici dei genitori”.

“In attesa di effettuare tutti i dovuti accertamenti con il massimo rigore e riservatezza, sin da lunedì 1 aprile è stata attivata, d’intesa e in collaborazione costante con la Regione Lazio, una Commissione composta da esperti di livello nazionale e internazionale di genetica, medicina legale, ginecologia e ostetricia, medicina di laboratorio e diritto, che ha già iniziato i propri lavori e che li concluderà il 14 aprile”. è quanto rende noto il direttore generale della Asl Roma B Vitaliano De Salazar.

“La Direzione Generale, ferma restando la necessità di dare con immediatezza a tutte le coppie trattate nella seduta di cui trattasi ogni possibile supporto e assistenza, ritiene di rivolgere a tutte le altre coppie che si sono già servite del Centro di procreazione assistita un messaggio di serenità precisando che, qualora fosse confermato quanto segnalato, si tratterebbe di un evento isolato e accidentale che non deve generare preoccupazioni o dubbi nelle famiglie”, aggiunge il direttore dell'Asl.

IL MINISTERO - Il Ministero della Salute che, tramite il Centro Nazionale Trapianti, svolgerà un’ispezione al 'Pertini'. Lo comunica lo stesso ministero, sottolineando che “le normative nazionali che attuano le direttive europee nel settore cellule e tessuti specifiche per la fecondazione assistita sono molto rigorose: le procedure indicate nelle norme, se applicate correttamente, garantiscono la tracciabilità di tutto il materiale biologico nel percorso di fecondazione assistita”.

Con riferimento quindi, “allo specifico caso segnalato oggi dalla stampa, il Ministero intende verificare quale sia stato il percorso seguito dal centro di fecondazione assistita dell’ospedale Pertini, se siano state rispettate tutte le procedure previste dalle leggi e le ragioni per le quali non ne sia stata data tempestiva informazione all’autorità centrale”. 

Delle quattro coppie sottoposte a trattamento al Pertini, altre due sono a rischio: lo scambio di embrioni potrebbe aver interessato anche loro. Per la quarta coppia invece il tentativo di fecondazione ha
avuto esito negativo.