PESARO, 15 APRILE 2014 - LÀ DOVE doveva sorgere il nuovo stadio di Pesaro oggi c’è un vasto terreno incolto. Buono al massimo per le cicorie selvatiche, se non fosse che il substrato non è dei migliori. Per anni ci hanno scaricato detriti e materiali di scarto, a mano a mano che intorno gli cresceva un quartiere. Il nuovo stadio della Torraccia, a sei chilometri dalla città, è già diventato un’idea vecchia. E quello spazio si è fatto angusto: l’AdriaticArena da una parte, tempio del basket in crisi, col parcheggione fotovoltaico; l’autostrada dall’altro, nel frattempo diventata a tre corsie; le stecche delle case a chiudere gli altri lati. Il palazzone dello sport, costato un botto di miliardi di lire, enorme, sovradimensionato, non è servito d’esempio. Un bel giorno all’inizio del nuovo secolo il sindaco Luca Ceriscioli, all’epoca assessore, s’era messo in testa che andasse completata la «cittadella dello sport». E via con l’idea del nuovo stadio, che nessuno peraltro aveva chiesto. Benché la Vis Pesaro vivesse gli anni d’oro della C1, i tifosi al massimo vagheggiavano la ristrutturazione del vecchio Benelli, brutto, ma carico di storia e affetti. «Project financing», la parola magica in bocca al sindaco: «Fanno tutto i privati, noi ci prendiamo la struttura bella e pronta». I privati hanno fatto gli affari, la città s’è presa la fregatura.


LA DECISIONE del project è del 2001, l’aggiudicazione alla ditta Spinosa (molisana) è del 2003, la firma della convenzione del 2008. «Il nuovo stadio potrebbe essere pronto per il 2004», aveva annunciato Ceriscioli. Più avanti, il vice sindaco Barbanti: «Sarà pronto a inizio 2007». Ultime assicurazioni nel 2008, all’atto della convenzione. La ditta Spinosa si impegna a costruire un nuovo stadio da 5.000 posti (in pratica più piccolo del Benelli!) in cambio dell’edificazione su parte del vecchio stadio (parcheggio e antistadio) e su alcune aree periferiche cedute dal Comune. Si aprono i cantieri al Benelli, pian piano sorgono i condomini, ma del nuovo stadio nisba. Scoppia la crisi dell’edilizia. Spinosa dice che non ci sta più coi costi. Il nuovo stadio doveva costare 5 milioni di euro? Ora ce ne vogliono 10. Ma con 7 se ne può fare uno più piccolo. E siamo già nel 2011. Si può immaginare come sia andata a finire. Il Comune costretto a stralciare la convenzione. Spinosa si tiene le palazzine costruite, il Comune (anzi l’Aspes, sua partecipata, nel frattempo inserita per tentare di risolvere il «pasticciaccio») intasca 900.000 euro, che in realtà sono 500 (scarsi), perché 400 è il valore dato (sulla carta) al progetto del nuovo stadio.


NEL FRATTEMPO un altro progetto, di buon senso, ha preso piede, su iniziativa dei tifosi e della società: l’abbattimento delle recinzioni all’attuale Benelli. Già inaugurato il settore Prato (quello dei tifosi più caldi) a visuale libera; presto gli altri. E pazienza se il parcheggio non c’è più. In fondo a vedere la Vis Pesaro molti vanno in bici. E il nuovo? Restano il terreno incolto, le scartoffie del progetto da 400.000 euro, un po’ di soldi in cassa e tanti altri buttati. Tutto materiale che le opposizioni hanno girato alla Corte dei conti. E, soprattutto, un decennio di promesse a vuoto.

di Mauro Ciccarelli