Roma, 16 aprile 2014 - Al grido di 'Tutti liberi', davanti al carcere romano di Regina Coeli, un sit-in per chiedere la liberazione dei quattro ragazzi richiusi nel penitenziario dopo il corteo di sabato scorso dei movimenti per la casa. Momenti di tensione quando due bombe carta sono state fatte scoppiare da un gruppo di manifestanti. Gli esponenti dei movimenti per la casa hanno acceso anche fumogeni.

IL POLIZIOTTO: RAGAZZA CALPESTATA? CREDEVO FOSSE UNO ZAINO

Nel pomeriggio è arrivata la decisione: verranno disposti gli arresti domiciliari per le quattro persone fermate sabato scorso. A riferire la decisione del gip sono stati i legali dei fermati, al termine degli interrogatori di garanzia.

E sono sei i feriti nell’ambito delle operazioni di sgombero dello stabile di via Baldassarre Castiglione nella zona della Montagnola a Roma, che era stato occupato nei giorni scorsi dai movimenti per il diritto all’abitare. Si tratta di tre persone trasportate all’ospedale Sant’Eugenio tra cui Paolo Di Vetta, uno dei leader del movimento finito ai domiciliari lo scorso febbraio per gli incidenti avvenuti il 31 ottobre in via del Tritone. Altri due feriti sono stati trasportati all’ospedale San Giovanni e infine un ferito all’ospedale Isola Tiberina.

La questura di Roma ha reso noto di aver "inizialmente invitato gli occupanti a lasciare liberi i locali e successivamente al loro rifiuto ha iniziato ad entrare nell’edificio per procedere allo sgombero dello stabile".
"Nella circostanza - si legge nella nota della questura - alcuni manifestanti, circa duecento, appartenenti a vari movimenti per la casa, si sono radunati all’esterno e hanno tentato di impedire agli agenti l’accesso alla struttura anche con fitto lancio di oggetti contundenti tra i quali bastoni e segnali stradali. E’ stato necessario quindi disperdere i manifestanti per proseguire nelle operazioni".