Taranto, 18 aprile 2014  - Pensavano di passare inosservati padre e figlio, entrambi residenti a Pulsano (Taranto), mentre riempivano di rifiuti un terreno di loro proprietà, situato nelle campagne del comune di Faggiano (TA), nel contesto di una oasi di verde circondata da una distesa di ulivi e di vigneti, ma i militari della sezione operativa navale della guardia di finanza di Taranto hanno rovinato i loro piani. Infatti, nel corso di specifiche attività di monitoraggio del territorio predisposte dal reparto operativo aeronavale di Bari, le fiamme gialle tarantine hanno individuato una vasta area recintata di 5.300 metri quadrati colma di rifiuti speciali di varia natura, pericolosi e non, tra i quali materiali di risulta edile, scarti di potatura, elementi di arredo e barattoli di vernice e diluenti, oltre che numerosi cumuli di rifiuti in fiamme ed uno scavo profondo ed esteso, contenente sostanze melmose di colore verde miste ad acqua e ad altri rifiuti solidi, pronti a essere occultati mediante interramento.

Nel corso di appostamenti finalizzati ad individuare i responsabili della creazione e gestione della discarica abusiva, i militari hanno fermato un camion munito di gruetta, proprio mentre stava per scaricare su quel terreno circa 36 tonnellate di rifiuti. Eseguiti immediatamente degli accertamenti documentali, l’autista del camion - sprovvisto dei previsti formulari di identificazione dei rifiuti - è risultato essere il proprietario del terreno inquinato, mentre il camion utilizzato per l’irregolare trasporto dei rifiuti risultava intestato alla ditta del figlio, esercente l’attività di vendita di legname e di manutenzione di giardini. Dai primi accertamenti, sono state rilevate sul terreno circa 1.000 tonnellate di rifiuti speciali, tra pericolosi e non pericolosi, alcuni dei quali all’interno di uno scavo profondo ed esteso, dal quale affiorava della melma verde mista ad acqua, per altro nelle immediate vicinanze di un pozzo, con il rischio di contaminazione della falda acquifera. In tal senso è stata attivata l’A.R.P.A. per le ulteriori analisi.

I finanzieri hanno proceduto, quindi, a sequestrare camion e discarica abusiva, denunciando a piede libero padre e figlio - che adesso rischiano la reclusione da 2 a 5 anni - per la violazione alle disposizioni del Testo Unico sull’ambiente, le cui sanzioni sono state recentemente modificate e rese più severe dal recente provvedimento di Legge sulla ‘Terra dei fuochi’. Intanto procedono le indagini, finalizzate, da un lato, ad accertare l’eventuale compromissione della salute di quei terreni coltivati e della relativa falda acquifera, e, dall’altro, ad obbligare i trasgressori al pagamento dell’Ecotassa.