Roma, 18 aprile 2014  - Il fatturato dell’industria, al netto della stagionalità, diminuisce dell’1,5% a febbraio scorso rispetto a gennaio, registrando flessioni dell’1,8% sul mercato interno e dello 0,7% su quello estero. Lo comunica l’Istat. Nella media degli ultimi tre mesi, l’indice complessivo aumenta dello 0,5% rispetto ai tre mesi precedenti (+0,7% per il fatturato estero e +0,3% per quello interno). Corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati 20 come a febbraio 2013), il fatturato totale cresce in termini tendenziali dell’1,2%, con un aumento del 5,7% sul mercato estero e una flessione dell’1,0% su quello interno.

Gli indici destagionalizzati del fatturato segnano le principali riduzioni congiunturali per i beni intermedi (-2,0%) e per i beni di consumo (-1,5%). L’indice grezzo del fatturato aumenta, in termini tendenziali, dell’1,2%: il contributo più ampio a tale incremento viene dalla componente estera dei beni strumentali.

Per il fatturato l’incremento tendenziale più rilevante si registra nella fabbricazione di mezzi di trasporto (+15,3%), mentre la maggiore diminuzione riguarda la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-11,6%). Gli indici destagionalizzati del fatturato per raggruppamenti principali di industrie segnano variazioni congiunturali negative per i beni intermedi (-2,0%), per i beni di consumo (-1,5%, -1,8% per quelli durevoli e -1,5% per quelli non durevoli), per i beni strumentali e per l’energia (-0,8%).

L’indice del fatturato corretto per gli effetti di calendario in febbraio cresce del 6,6% per i beni strumentali, dell’1,1% per i beni intermedi e dello 0,7% per i beni di consumo (+3,6% per quelli durevoli e +0,3% per quelli non durevoli), mentre diminuisce del 10,8% per l’energia.

In febbraio, nel confronto con lo stesso mese del 2013, l’indice del fatturato corretto per gli effetti di calendario, segna le variazioni positive più significative nei settori della fabbricazione di mezzi di trasporto (+15,3%), delle altre industrie manifatturiere, riparazione e installazione di macchine ed apparecchiature (+6,1%) e delle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (+5,6%); le variazioni negative più marcate si rilevano nella fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-11,6%), nelle industrie alimentari, bevande e tabacco (-3,1%) e nella fabbricazione di computer, prodotti di elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi (-2,3%).

ORDINATIVI IN CALO - Per gli ordinativi totali, si registra a febbraio scorso un calo congiunturale del 3,1%, dovuto alle flessioni del 4,4% degli ordinativi esteri e del 2,2% di quelli interni. Lo rende noto l’Istat. Nel confronto con il mese di febbraio 2013, l’indice grezzo degli ordinativi segna un aumento del 2,8%. L’incremento più rilevante si registra nella fabbricazione di mezzi di trasporto (+13,9%), mentre la flessione maggiore si osserva nella fabbricazione di apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (-6,7%).

Gli aumenti più rilevanti dell’indice grezzo degli ordinativi riguardano la fabbricazione di mezzi di trasporto (+13,9%), le industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (+4,9%) e la metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (+3,8%); le contrazioni più consistenti si registrano nella fabbricazione di apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (-6,7%), nella fabbricazione di computer, prodotti di elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi (-4,4%) e nella fabbricazione di prodotti chimici (-2,5%).

RETRIBUZIONI FERME  - A marzo scorso l’indice delle retribuzioni contrattuali orarie rimane invariato rispetto al mese precedente e aumenta dell’1,4% nei confronti di marzo 2013. Complessivamente, nei primi tre mesi del 2014 la retribuzione oraria media è cresciuta dell’1,4% rispetto al corrispondente periodo del 2013. Lo rende noto l’Istat.

Con riferimento ai principali macrosettori, a marzo le retribuzioni contrattuali orarie registrano un incremento tendenziale dell’1,9% per i dipendenti del settore privato e una variazione nulla per quelli della pubblica amministrazione.

I settori che a marzo presentano gli incrementi tendenziali maggiori sono: telecomunicazioni (4,0%); agricoltura (3,3%); energia elettrica e gas (3,0%). Si registrano variazioni nulle in tutti i comparti della pubblica amministrazione. Tra i contratti monitorati dall’indagine, nel mese di marzo è stato recepito un solo accordo e nessuno è scaduto.

Alla fine di marzo la quota dei dipendenti in attesa di rinnovo è del 61,9% nel totale dell’economia e del 50,7% nel settore privato. L’attesa del rinnovo per i lavoratori con il contratto scaduto è in media di 27,2 mesi per l’insieme dei dipendenti e di 13,5 mesi per quelli del settore privato.

A marzo scorso a fronte di un aumento tendenziale medio dell’1,4%, i settori che presentano gli incrementi maggiori sono: telecomunicazioni (4,0%); agricoltura (3,3%); energia elettrica e gas (3,0%). Si registra un aumento dello 0,1% per il settore dell’edilizia e stazionarietà per tutti i comparti della pubblica amministrazione.

Alla fine del mese di marzo 2014 tra i contratti monitorati dall’indagine - prosegue l’Istat - si è registrato il recepimento di un solo accordo (servizi portuali), mentre nessun accordo è venuto a scadenza. Pertanto alla fine di marzo 2014 sono in vigore 29 contratti che regolano il trattamento economico di circa 4,9 milioni di dipendenti che rappresentano il 37,3% del monte retributivo complessivo. Nel settore privato l’incidenza è pari al 51,1%, con quote differenziate per attività economica: nel settore agricolo è del 6,8%, mentre è del 79,7% nell’industria e del 27,2% nei servizi privati. Complessivamente i contratti in attesa di rinnovo sono 46 (di cui 15 appartenenti alla pubblica amministrazione) relativi a circa 8,0 milioni di dipendenti (di cui circa 2,9 milioni nel pubblico impiego).