Roma, 18 aprile 2014 - Il processo sulla presunta trattativa sullo stato e la mafia che vede alla sbarra boss mafiosi e esponenti delle forze dell’ordine, rimarrà a Palermo, davanti ai giudici della seconda corte d’Assise.

Lo ha deciso la sesta sezione penale della Corte di Cassazione che ha respinto la richiesta di rimessione del processo presentata dai tre ufficiali dei Carabinieri imputati nel procedimento.

La Corte di Cassazione ha accolto la richiesta del procuratore generale che aveva sollecitato la inammissibilità del ricorso presentato dai tre ufficiali dell’Arma dei carabinieri Mario Mori, Giuseppe De Donno e Antonio Subranni.

In particolare gli ex ufficiali del Ros chiedevano il trasferimento del processo sulla trattativa Stato-mafia per incompatibilità ambientale e pericolo per l’ordine pubblico anche a seguito delle minacce fatte dal boss Totò Riina dal carcere di Opera contro il pubblico ministero, Nino Di Matteo, e per una serie di lettere anonime con minacce rivolte ai giudici di Palermo.