Milano, 19 aprile 2014 - È CHIUSO dal 2006. Otto anni di abbandono totale. Eppure è uno dei gioielli liberty di Milano. L’albergo diurno ‘Venezia’ in piazza Oberdan, progettato dall’architetto Piero Portaluppi, inaugurato nel 1925, è in attesa di una riqualificazione che tarda ad arrivare. Il Comune, proprietario dell’immobile, ha fatto riaprire l’ormai ex diurno dal Fondo ambiente italiano (Fai), ma solo per due giorni, il 22 e 23 marzo scorsi. Un weekend di visite guidate per fare ammirare a milanesi e turisti com’era una delle perle liberty della città. Una vetrina che ha attirato l’attenzione di produzioni cinematografiche e stilisti di moda, pronti a realizzare film e sfilate nell’immobile stile anni Venti. Peccato che per ora l’agibilità degli spazi non ci sia.

L’ABBANDONO ormai quasi decennale ha provocato il degrado della struttura: sanitari rovinati, pareti con evidenti segni di umidità, lucernari murati per evitare crolli. L’antico splendore, però, si nota anche sotto la polvere e i detriti. La visita al diurno è come fare un tuffo nel passato. Sul tabellone nell’atrio ci sono ancora i prezzi di trent’anni fa (nel 1985 la parte di terme e bagni venne definitivamente chiusa, nel 2006 se ne andò anche l’ultimo occupante rimasto, il barbiere): «Toilettes 500 lire, doccia 3.500, bagno semplice 4.100, bagno con doccia 4.900, bagno lusso 4.700, bagno bambini 3.200». Prezzi di un’altra epoca, quando sia i milanesi sia i turisti avevano bisogno di andare nei bagni pubblici per lavarsi. Trent’anni dopo, la sfida è riqualificare l’ex albergo diurno conservandone la struttura liberty ma utilizzandolo per funzioni al passo con i tempi.


L’assessore ai Lavori pubblici Carmela Rozza punta a «un accordo con il Fai», ma non c’è ancora nulla di definito. Un’ipotesi potrebbe essere quella di dare spazio a giovani estestisti e parrucchieri per riaprire almeno una parte dell’ex diurno. C’è chi pensa più in grande e propone di realizzare nell’ex diurno, collocato proprio all’inizio di corso Buenos Aires, una delle principali strade dello shopping milanesi, un vero e proprio centro benessere. Ma per ora si tratta solo di un sogno.
In caso di mancato accordo con il Fai, il Comune ha un piano B: aprire un bando per affidare la gestione degli spazi a un privato. L’amministrazione è disponibile a scontare gli affitti al concessionario per finanziare la ristrutturazione dell’immobile. La Rozza, intanto, indica una scadenza temporale: «Entro il 2016 il Comune darà un futuro all’ex albergo diurno». Che sia la volta buona per la rinascita del gioiello liberty abbandonato da anni?