Perugia, 19 aprile 2014 - CHI alle 17.30 di giovedì santo lo ha notato mentre, come un turista qualsiasi e senza alcuna apparente emozione, indicava col dito alla fidanzata Greta il casolare più famoso della cronaca nera mondiale, è stato colto da comprensibile stupore. In via della Pergola, davanti allo stabile nel quale il primo novembre 2007 venne uccisa Meredith Kercher al culmine di una notte che resta avvolta nel mistero, la presenza di Raffaele Sollecito ha prodotto sorpresa e sconcerto tra i tanti perugini che si sono imbattuti nella scena.

EPPURE per il protagonista di tanto clamore, il giovane pugliese condannato in appello a 25 anni di reclusione per la morte della studentessa inglese, quella casa sospesa tra centro storico e aperta campagna raggiunta durante una breve passeggiata in città «non rappresenta — ed è lui stesso a rivelarlo — nulla di eccezionale». «Ho voluto far vedere alla mia ragazza — ha raccontato l’ingegnere — i luoghi in cui avevo vissuto nel capoluogo umbro e camminando siamo giunti in via della Pergola, così come abbiamo raggiunto anche altri angoli di città. È stata lei a chiedermi di vedere la casa dove venne uccisa Meredith Kercher. Infatti, tutto ciò che della mia storia personale è legato a quella casa è stato costruito da altri e non certo da me, quindi non mi appartiene. E comunque, prima di quei fatti, a Perugia ero stato bene e lì avevo vissuto anche belle esperienze».
"Raffaele — riferisce il padre Francesco — passerà la Pasqua con me, a casa nostra in Puglia, e sarà insieme alla sua fidanzata. Con Greta nei giorni scorsi è stato in Umbria, a Perugia in particolare. La ragazza non aveva mai visitato quella regione e quindi voleva conoscere certi luoghi legati a Raffaele stesso. Sono stati ad Assisi, in una sorta di visita spirituale sul sepolcro del Santo Poverello, e quindi a Perugia, dove Raffaele — sostiene papà Francesco — ha incontrato un docente universitario che lo assiste nella sua tesi specialistica in Ingegneria informatica. Mi risulta che sia andato a salutare il suo legale, l’avvocato Luca Maori (che conferma, ndr). Il transito in via della Pergola? Non ci vedo niente di male, in fondo ha voluto far vedere alla sua ragazza anche quella via e quella casa. Se poi intendiamo analizzare il tutto — conclude il padre —, a ben vedere questa visita altro non è che l’ulteriore conferma della tranquillità di Raffaele, e ciò deriva dalla sua consapevolezza di essere completamente estraneo a quei fatti".

"RAFFAELE sembrava sereno e distaccato — racconta un testimone, uno dei tanti che l’altro giorno si sono imbattuti nella coppia a passeggio per Perugia — e poco prima di imboccare via della Pergola ha persino effettuato acquisti in alcuni negozi, non facendo nulla per non farsi notare. Accanto a lui la fidanzata, lui le cingeva il fianco con un braccio. Li ho visti anche rispondere a qualche saluto dei passanti".

di ROBERTO CONTICELLI