Torino, 23 aprile 2014 - La procura di Torino ha chiuso le indagini su Stamina. Venti le persone indagate per associazione a delinquere e truffa, tra cui Davide Vannoni, il ‘padre’ del metodo.

 Il rituale avviso di chiusura indagine prelude alla richiesta di rinvio a giudizio. Tra i venti indagati ci sono neurologi, biologi, otto medici degli Spedali di Brescia e un membro dell'Aifa, l'agenzia nazionale per il farmaco, in pratica tutto l’entourage di Vannoni, e avranno venti giorni di tempo - una volta ricevuto il cosiddetto ‘415 bis’ - per chiedere di essere interrogati o per presentare memoriali difensivi o altri documenti. Secondo quanto si apprende sono diversi i reati ipotizzati a vario titolo dal pm Raffaele Guariniello nei confronti dei venti indagati. L’inchiesta si era già formalmente chiusa nel 2012, ma nei mesi successivi Guariniello aveva continuato gli accertamenti.

Non solo non ci sono stati miglioramenti nella salute dei pazienti sottoposti alla metodica Stamina di Davide Vannoni ma, anzi, si sono "verificati eventi avversi in un numero significativo" di essi, si legge nell'avviso di chiusura indagini messo a punto dalla procura di Torino. Ha creato un "clima di tensione sociale e di falso allarme", con manifestazioni "pesantemente critiche nei confronti delle istituzioni" come "il Presidente della Repubblica" l’associazione per delinquere promossa da Davide Vannoni intorno al metodo Stamina. 

"Mi aspettavo queste accuse, che sono totalmente infondate. Ho le carte per dimostrarlo, e conto di difendermi al Gip o al processo", si è difeso Davide Vannoni. "Come fa il giudice a parlare dei pazienti - si chiede Vannoni - se non hanno le valutazioni dei medici che abbiamo noi? Mi ha stupito trovare tutto pubblicato prima di ricevere io le carte che mi accusano, fa anche questo parte di una battaglia anche politica che condurremo”. Una stoccata anche per il ministro della Salute Beatrice Lorenzin: “Mi sorprende che lei che difendeva Berlusconi e faceva la garantista oggi si scopra giustizialista. Se siamo in questa situazione di mancanza di chiarezza è anche colpa sua che in un anno e mezzo non ha fatto partire la sperimentazione”. In ogni caso, tiene a sottolineare Vannoni, “non accetto le accuse di aver danneggiato i pazienti. Noi sappiamo bene cosa iniettiamo, e lo dimostreremo”.

Il ministro della Salute Lorenzin ha riferito di non essere molto stupita, "è una vicenda che ha tenuto l'italia con il fiato sospeso e me con molte preoccupazioni e ansie". "L’importante, ha poi proseguito, è che ne esca chiarezza, perchè qui le vittime sono le migliaia di persone che hanno creduto di poter avere una cura".