Roma, 23 aprile 2014c - Saranno giudicati con il rito abbreviato (che in caso di condanna prevede lo sconto di pena pari a un terzo) tutti e otto gli imputati, coinvolti nell’indagine sulle baby-squillo che, dal luglio all’ottobre del 2013, si prostituivano in un appartamento ai Parioli e per i quali la procura ha chiesto nelle scorse settimane il rinvio a giudizio.

LE ACCUSE - A partire dal 16 maggio sarà il gup Costantino De Robbio a valutare il ruolo avuto in questa vicenda dai gestori del giro illecito, dalla madre di una delle minori e da alcuni clienti. Favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione minorile, cessione di sostanze stupefacenti, diffusione e detenzione di materiale pedopornografico sono i reati contestati, a seconda delle posizioni, dal procuratore aggiunto Maria Monteleone e dal pm Cristiana Macchiusi. A processo andranno Mirko Ieni, ritenuto il promotore del giro di prostituzione insieme con Nunzio Pizzacalla; la madre di una delle ragazzine; i clienti Mario De Quattro, Riccardo Sbarra, Marco Galluzzo, Francesco Ferraro e Gianluca Sammarone. 

I GESTORI DEL GIRO - Le due ragazzine, che all’epoca dei fatti avevano 14 e 15 anni, si sono costituite parte civile al pari di una delle madri che ha portato il caso all’attenzione dell’autorità giudiziaria. Mirko Ieni è ritenuto da chi indaga il principale gestore del giro per aver reclutato le due minorenni, sfruttandone l’attività di meretricio, mettendo loro a disposizione l’appartamento ai Parioli e una scheda telefonica per procacciare i clienti, fissando gli incontri a pagamento, mantenendo la contabilità delle prestazioni sessuali e incassando una quota. A Ieni la procura attribuisce, poi, la gestione della prostituzione di altre quattro ragazze, stavolta di età superiore ai 18 anni, oltre alla detenzione e la cessione di cocaina e a un episodio di interferenza illecita nella vita privata: attraverso il proprio telefono si sarebbe procurato le immagini di una ragazza impegnata in un rapporto orale con uno dei clienti. Un altro gestore del giro, secondo i pm, è il militare Nunzio Pizzacalla: avrebbe reclutato e indotto alla prostituzione una delle due minorenni. Il processo in abbreviato riguardera’ anche l’altra mamma di una delle due studentesse: l’accusa è di aver sfruttato la prostituzione della figlia dalla quale si faceva dare 100-150 euro al giorno.

I CLIENTI - Ci sono poi i clienti: il commercialista Riccardo Sbarra oltre ad avere avuto rapporti a pagamento con le due minori deve rispondere della detenzione e cessione di materiale pedopornografico. Analoga contestazione vale per Mario Michael De Quattro che è accusato anche di un tentativo di estorsione per aver cercato di farsi consegnare 1.500 euro da una delle due ragazzine dietro la minaccia di diffondere un video che la riprendeva, a sua insaputa, mentre aveva un rapporto sessuale con lui. L’imprenditore Marco Galluzzo, protagonista di alcuni incontri a pagamento avrebbe anche ceduto cocaina. A chiudere la lista ci sono poi due clienti che, a differenza degli altri, non sono mai stati raggiunti da alcuna misura cautelare: si tratta di Francesco Ferraro e Gianluca Sammarone, l’unico che oggi si è fatto interrogare dal giudice per negare ogni addebito.