Pisa, 25 aprile 2014 - UNA FIRMA nero su bianco all’impegno di spesa di 9 milioni di euro da parte dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia per acquistare 2.800 metri quadri all’interno della Sesta Porta, il progetto del nuovo polo multifunzionale nel cuore della città. La data in calce è quella del 14 maggio 2009. A oggi, cinque anni dopo, figli di quell’accordo tra l’Ingv e la società Sviluppo Pisa sono due contenziosi legali e il rischio di una voragine nei conti pubblici. L’Ingv ha fatto retromarcia: colpa, dicono, della spending review, che impone a tutti, fisici compresi, di tirare la cinghia e quindi di ridimensionare l’investimento per la nuova sede. E la Sesta Porta resta ancora un cantiere aperto.

UN PROGETTO da 32,5 milioni di euro per il polo che avrebbe dovuto ospitare, oltre all’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia, anche la nuova sede della Compagnia Pisana Trasporti (diventata Ctt Nord dopo la fusione con le compagnie di Livorno e Lucca) con il terminal bus, della Sepi (società delle entrate del Comune di Pisa), della Pisamo (azienda municipale per la mobilità che tra l’altro controlla la Sviluppo Pisa), dell’Agenzia delle Entrate, oltre a uffici comunali (polizia municipale) e commerciali. Con tanto di parco urbano di due ettari circa. Chiavi in mano entro 48 mesi, scaduti la primavera dello scorso anno.

UN RITARDO che avrebbe convinto l’Ingv a rivolgersi al Tribunale per ottenere l’annullamento del contratto preliminare e a rifiutarsi di pagare le prime tranche di quei 9 milioni di euro. Ma la società Sviluppo Pisa non è rimasta con le mani in mano e a sua volta ha citato in giudizio a Roma l’Ingv per ottenere almeno i 2 milioni e 700mila euro dell’avanzamento dei lavori.
Polizia municipale e Pisamo si sono trasferiti all’interno della Sesta Porta a inizio 2014. Proprio a Pisamo il Comune ha richiesto il pagamento dell’affitto, pari a 6 milioni e mezzo, come recita una delibera comunale. Il buco nel bilancio di Pisamo, la voragine legata al clamoroso passo indietro dell’Ingv rischiano di ricadere tutti sui cittadini e sulla manutenzione ordinaria delle strade e della segnaletica di cui si occupa la società.

CON la ditta costruttrice che deve ancora riscuotere e i fondi commerciali che restano vuoti perché troppo costosi: anche un colosso come Burger King, dopo avere valutato gli spazi, ha rinunciato all’acquisto. Le uniche entrate per ora sono quelle provenienti dallo stesso Comune e i lavori non sono ancora finiti.

di Cecilia Morello