Città del Vaticano, 26 aprile 2014 - ROSARI, accendini, ditali per cucire, servizi di piatti e tazze, magneti di ogni tipo, cartoline, bracciali, collane. E anche magliette e stole. Un giro d’affari milionario, ma si sa: dove c’è folla, c’è mercato. Un dato di fatto a cui non poteva certo sottrarsi la cerimonia planetaria di santificazione in un giorno solo di due pontefici — ieri sono stati srotolati i due arazzi con le foto dei santi ai lati della Loggia delle benedizioni —, né poteva papa Francesco illudersi di scacciare, almeno per 24 ore, i mercanti dal tempio. Quello che in questi giorni si sta accumulando a Roma e non solo intorno a piazza San Pietro, oltre a pellegrini, a milioni, e all’esercito in divisa arancio di volontari, laici e religiosi, sono — più nell’ordine delle migliaia che delle centinaia — le bancarelle, semplici o arricchite di tendoni e pannelli, i chioschetti delle più svariate provenienze e nazionalità, che dal Tevere fino in Vaticano perseguitano con le loro grida da imbonitori individui e gruppi, proponendo i più svariati e, spesso, improbabili, ammennicoli, di cui diligentemente si fornirà entro la fine di questa due giorni di pioggia, preghiera e acquisti, il milione di turisti religiosi giunti nella Città eterna.

MA LE BANCARELLE autorizzate non sono le sole a trasformare in denaro contante l’attesa santificazione di Roncalli e Wojtyla. Gli abusivi, infatti, si vanno disordinatamente ad aggiungere ai venditori «legali» che hanno il compito di diffondere al modico prezzo di 1 euro l’uno le immaginette ufficiali stampate dall’Opera Romana Pellegrinaggi nella doppia forma del duetto, Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II uno accanto all’altro, e del trittico, cioè i due neosanti con papa Francesco.

I PRIMI a sfruttare l’immagine santa sono stati quelli dell’Atac che con la ‘Special Edition Papa Bit’, un carnet da collezione di biglietti metro-bus distribuiti in 2 milioni di esemplari hanno già fatto il tutto esaurito. Uscendo dall’ufficialità e immergendosi nelle viuzze del Borgo Pio la cosa che subito colpisce, però, è che tra tutti sono ancora i gadget di Bergoglio ad andare a ruba.
Per non lasciare niente di intentato i produttori di gadget hanno dato fondo alla loro creatività: medaglie, tazze, bottigliette per l’acqua santa e braccialetti e tovaglie e lumini. Non mancano le magliette, differenti per colori e stile, con uno, due o tutti e tre i papi. Ma poi si notano anche stravaganti porta shampoo da viaggio, profumi ‘santificanti’, calamite da frigo, ventagli di ogni foggia e colore. Per non parlare delle borse, i berretti, i grembiuli o i completi per neonati.
C’è chi vende orsacchiotti con i paramenti e cuscini personalizzati d’un kitch da manuale. Dulcis in fundo la papera di gomma vestita da Papa. Ah, c’è pure il primo abusivo sanzionato: un bengalese di 19 anni, vecchia conoscenza delle forze dell’ordine, Nella sua povera cassetta aveva 63 rosari, 89 calamite, 6 quadretti, 45 bandierine, 9 postacards. Tutti raffiguranti papa Francesco. Inutile dire che, di qualsivoglia immagine o gadget sul papa emerito Benedetto XVI neppure l’ombra.

di Stefano Grassi