Roma, 30 aprile 2014 - "Il capo della Polizia, Pansa mi ha detto di avere ‘le mani legate’ perche’ la legge non consente alle commissioni disciplinari di adottare provvedimenti diversi", ha riferito Patrizia Moretti dopo l'incontro al Viminale con Alfano e Pansa. La donna ha chiesto al capo della polizia la destituzione degli agenti condannati per la morte del figlio Federico Aldrovandi dopo gli applausi al Congresso nazionale del Sap.

L'INCONTRO AL VIMINALE - "Con il ministro dell’Interno Alfano abbiamo parlato di un cambiamento di rotta. Serve cambiare mentalità. La formazione della Polizia va rivista". "L’impegno ad essere più rispettosi della vita è stato preso, poi vedremo...". "Sento l’abbraccio delle Istituzioni - ha aggiunto la madre di Aldrovandi dopo l'incontro al Viminale - ma voglio un cambiamento vero. All’impegno a parole segua l’impegno dei fatti”.

NAPOLITANO - Durissima presa di posizione di Giorgio Napolitano. Il Capo dello Stato ha inviato un messaggio alla madre del giovane in cui, fa sapere l’ufficio stampa del Quirinale, scrive: “Cara Signora, desidero lei sappia - anche se può averlo facilmente intuito - che condivido pienamente le posizioni prese dal Ministro dell’Interno e dal Presidente del Consiglio per quella che quest’ultimo ha definito ‘un’indegna vicenda’. E comprendo quanto dolore essa le abbia procurato. Sono anche certo che la gran parte delle forze di polizia comprenda quanto sia stato fuorviante quel comportamento. Affettuosamente”. L'ufficio stampa del Quirinale ha poi riferito che Patrizia Moretti ha risposto al messaggio inviatole oggi dal Presidente Napolitano scrivendo: “Grazie Signor Presidente. Sono onorata e felice di leggere le sue parole che, alla fine di questa intensa giornata, mi accendono davvero la speranza in un futuro migliore per i nostri figli”.

Il premier Renzi, durante la conferenza stampa a Palazzo Chigi, ha poi ribadito che l'atteggiamento alla conferenza del Sap "è stato inacettabile ed ha portato il disonore nei confronti di migliaia di uomini e donne che vestono la divisa e fanno il loro lavoro in maniera straordinaria”. 

ALFANO: "GESTO GRAVISSIMO" - Il ministro Alfano aveva definito gli applausi di ieri un "gesto gravissimo e inaccettabile". "E’ un gesto gravissimo e inaccettabile perchè compiuto da uomini che con la loro divisa rappresentano lo Stato e non possono disconoscere il senso di una sentenza passata in giudicato", ha detto Alfano al Gr1. "Uomini e donne in divisa non possono applaudire contro una sentenza passata in giudicato: questa è la nostra parola definitiva", ha aggiunto annunciando di aver revocato "l’appuntamento che avevo dato al Sap per martedì prossimo". "Quegli applausi - ha ribadito il ministro - hanno fatto gran danno alla polizia - ha aggiunto - che è un corpo sano e la cui immagine vogliamo difendere anche da comportamenti che possono venire dal suo interno".

"BISOGNA ANDARE OLTRE LA SOLIDARIETA'  - "Chi è diventato il presidente del Sap al congresso di ieri ha fatto della vicenda di mio figlio la propria campagna elettorale, portando i delegati ad applaudire" i responsabili, ha detto la madre di Federico durante una conferenza stampa al Senato. "La politica deve veramente entrare nella questione e trovare una soluzione culturale e tecnica: bisogna andare oltre la solidarietà, non si può più esaurire tutto in parole vuote, vorrei risposte concrete e provvedimenti radicali concreti. La politica deve fare qualcosa, deve sollecitare il cambiamente nei confronti delle istituzioni e quindi anche della polizia”. Tra i primi provvedimenti chiesti dalla donna in relazione alla vicenda quello della destituzone degli agenti condannati: “Non possono indossare la divisa, perché l’hanno disonorata”, ha detto. “Mi sottraggo - ha concluso - a questo dialogo malato con gli assassini di mio figlio, con chi applaude e con chi viene a manifestare sotto il mio ufficio (VIDEO).

GRASSO - "Quegli applausi provocano rabbia e sdegno. Per me poi, che da 30anni vivo circondato da agenti di Polizia, di cui conosco impegno, fatica, rischi, sacrifici, la rabbia è maggiore, perche’ so che quell’applauso getta discredito anche su chi porta con onestà quella divisa”, ha detto il presidente del Senato Grasso dopo aver incontrato Patrizia Moretti.

NESSUN PENTIMENTO - Nessun passo indietro, però, dal Sap. "Le cause della morte di Aldrovandi sono ben altre. Non è il fermo di polizia la causa e i colleghi li ho applauditi, sì. Non mi nascondo dietro un dito - ha detto il segretario del Sap, Gianni Tonelli, a Radio 24 -. Considero i colleghi condannati per errore giudiziario e cerchiamo una revisione del processo". "Se la madre di Federico dice che soffre per gli applausi mi dispiace, non replico al dolore di una madre. Ma - ha aggiunto Tonelli - non bisogna confondere la verità col pietismo. Noi riteniamo che la condanna sia sbagliata e credo si debba fare chiarezza".

“Non credo di aver disonorato la polizia facendo un’operazione di verità”, ha aggiunto Tonelli. “Non mi dimetto”.
 

Tonelli ha anche replicato al ministro dell’interno Alfano "Rispondo al ministro e al viceministro Bubbico che sono vittime di una informazione completamente errata - ha proseguito -. La difesa della famiglia di Federico è stata condotta più sui media che in aula. Se Alfano e Bubbico daranno mandato ai loro uffici legali di analizzare gli atti processuali, siamo pronti a un confronto. E sono certo che siccome sono persone intellettualmente oneste non potranno che concordare con le nostre tesi".

GLI ALTRI SINDACATI SI DISSOCIANO - Ma dall'applauso si sono dissociati gli altri due sindacati di polizia. "Il rispetto e la sacralità della vita umana sono irrinunciabili per chi vuole svolgere funzioni di polizia - ha dichiarato infatti Felice Romano, segretario del Siulp -. Le sentenze non si commentano e men che meno si criticano. Le sentenze si rispettano e basta". "Dopo le nostre lotte per democratizzare le forze di polizia e dopo la tragedia di una madre, di una famiglia, e' sconfortante assistere a quanto avvenuto ieri a Rimini - ha detto Daniele Tissone, segretario generale del Silp-Cgil -. Ci dissociamo da un episodio che nulla ha a che vedere con la nostra cultura e che trova un atteggiamento deciso di condanna nel rispetto dell'etica e dell'esercizio del ruolo di chi veste una divisa". "Gli applausi lungamente rivolti ieri agli agenti condannati in via definitiva appaiono come un gesto incomprensibile e gravemente offensivo", hanno dichiarato i segretari del Siap e dell’Associazione funzionari di Poli9zia, Giuseppe Tinai e Lorena La Spina.