Città del Vaticano, 3 maggio 2014  - “Mentre iniziamo insieme il nostro servizio, desideriamo esprimere la nostra profonda solidarietà a tutte le vittime che hanno subito abusi sessuali come bambini o come adulti vulnerabili, e desideriamo rendere noto che, dall’inizio del nostro lavoro, abbiamo adottato il principio che il bene di un bambino o di un adulto vulnerabile è prioritario nel momento in cui viene presa qualsiasi decisione”. Il cardinale Sean O’Malley ha aperto con queste parole il suo incontro con i giornalisti per riferire sul primo incontro della Commissione per la protezione dei minori voluta da papa Francesco. Accanto a O’Malley sedeva Mary Collins, la signora irlandese che subì violenza da un prete e che Francesco ha chiamato come membro del nuovo organismo.

Negli Statuti, in cui proporrà l’obbligo di responsabilità, la Commissione voluta dal Papa sottolineerà “le tragiche conseguenze degli abusi sessuali” e le “conseguenze devastanti del mancato ascolto, dei mancati rapporti di sospetto di abusi, e del mancato sostegno alle vittime di abusi sessuali e alle loro famiglie”. 

O’Malley ha precisato che il lavoro della Commissione è in risposta “alle richieste del Santo Padre” e che dunque “le discussioni sono state dedicate alla natura e agli obiettivi della Commissione e all’ampliamento del numero dei membri, cosi’ da includere persone provenienti da altre aree geografiche e altre aree di competenza”. “Nelle nostre conversazioni abbiamo anche esaminato - ha rivelato il porporato - molte proposte sui modi in cui la Commissione potrebbe collaborare con esperti di diverse aree connesse con la salvaguardia di bambini e adulti vulnerabili”.


“Abbiamo anche incontrato - ha riferito O’Malley - alcuni membri della Curia Romana relativamente ad aree di futura cooperazione, fra i quali rappresentanti della Segreteria di Stato, della Congregazione per la Dottrina della Fede, della Congregazione per il Clero, della Sala Stampa della Santa Sede e della Gendarmeria Vaticana”. 

LE PAROLE DEL PAPA - “Lo stile di evangelizzazione animato da forte passione per la vita della gente, è particolarmente adatto all’Azione Cattolica, formata dal laicato diocesano che vive in stretta corresponsabilità con i Pastori. In ciò vi è di aiuto la popolarità della vostra Associazione, che agli impegni intraecclesiali sa unire quello di contribuire alla trasformazione della società per orientarla al bene. Pertanto ho pensato di consegnarvi tre verbi, che possono costituire per tutti voi una traccia di cammino”. Sono le parole pronunciate da Papa Francesco, nell’Aula Paolo VI, incontrando l’Azione Cattolica Italiana a conclusione dei lavori della 15esima Assemblea Nazionale sul tema: ‘Persone nuove in Cristo Gesù, corresponsabili della gioia di vivere’.

“Il primo è: rimanere, ma non rimanere chiusi eh? - ha detto Bergoglio - Vi invito a rimanere con Gesù, a godere della sua compagnia. Per essere annunciatori e testimoni di Cristo occorre rimanere anzitutto vicini a Lui. È dall’incontro con Colui che è la nostra vita e la nostra gioia, che la nostra testimonianza acquista ogni giorno nuovo significato e nuova forza. Secondo verbo: andare. Andare per le strade delle vostre città e dei vostri paesi, e annunciare che Dio è Padre e che Gesù Cristo ve lo ha fatto conoscere, e per questo la vostra vita è cambiata: si può vivere da fratelli, portando dentro una speranza che non delude. Ci sia in voi il desiderio di far correre la Parola di Dio fino ai confini, rinnovando così il vostro impegno a incontrare l’uomo dovunque si trovi, lì dove soffre e spera, lì dove ama e crede, lì dove sono i suoi sogni più profondi, le domande più vere, i desideri del suo cuore. Lì vi aspetta Gesù”.

“E infine - conclude papa Francesco - gioire. Gioire ed esultare sempre nel Signore! Essere persone che cantano la vita, che cantano la fede; cantare la fede lo ha detto Sant’Agostino, non io! Persone capaci di riconoscere i propri talenti e i propri limiti, che sanno vedere nelle proprie giornate, anche in quelle più buie, i segni della presenza del Signore. Gioire perché il Signore vi ha chiamato ad essere corresponsabili della missione della sua Chiesa. Gioire perché in questo cammino non siete soli: c’è il Signore che vi accompagna, ci sono i vostri Vescovi e sacerdoti che vi sostengono, ci sono le vostre comunità parrocchiali e diocesane con cui condividere il cammino”.

APRITE LE PORTE DELLA PARROCHIE - “Nell’attuale contesto sociale ed ecclesiale, voi laici di Azione Cattolica siete chiamati a rinnovare la scelta missionaria, aperta agli orizzonti che lo Spirito indica alla Chiesa ed espressione di una nuova giovinezza dell’apostolato laicale. Questa scelta missionaria, tutto in chiave missionaria, questa è la scelta che fa l’Azione Cattolica. Anzitutto le parrocchie, specialmente quelle segnate da stanchezza e chiusure, che sono tante... parrocchie chiuse ce ne sono. Hanno bisogno del vostro entusiasmo apostolico, della vostra piena disponibilità e del vostro servizio creativo. Si tratta di assumere il dinamismo missionario per arrivare a tutti, privilegiando chi si sente lontano e le fasce più deboli e dimenticate della popolazione. Si tratta di aprire le porte e lasciare che Gesù possa andare fuori si tratta di una chiesa in uscita”.