Bologna, 6 maggio 2014 - Come trascorre le sue giornate Michael Schumacher in ospedale a Grenoble? Siamo a un punto di svolta? Qual è lo stato fisico del campione vittima del grave incidente sugli sci il 29 dicembre scorso? La portavoce Sabine Kehm recentemente ha parlato di miglioramenti che fanno sperare, ma in cosa consistono i momentanei risvegli dal coma?
Abbiamo cercato una specialista nel campo della riabilitazione dei traumi cranici che ci aiutasse a capire partendo dalle scarne notizie ufficiali.
Ne parliamo con la Prof. Caterina Pistarini, Primario di Neuroriabilitazione e Unità di Risveglio presso la Fondazione Salvatore Maugeri – Pavia e Presidente Eletto della Società Italiana di Riabilitazione Neurologica.
 

Come si svolge il programma di recupero in pazienti nelle condizioni di Schumacher?
«La riabilitazione iniziale in un trauma cranico consiste in una serie di stimoli verbali e sensoriali che vengono somministrati dal riabilitatore. Sicuramente è positivo, come è stato riferito, che Schumacher abbia dei momenti di coscienza e risveglio».
Che cos’è un segno di coscienza?
«Si verifica quando, per esempio, si somministra uno stimolo verbale e la persona mostra di averlo capito. Di solito questo stimolo verbale è un comando del tipo “apri gli occhi”, e la persona apre gli occhi. Oppure può essere un fenomeno che richiede un movimento dell’arto, anche elementare, ad esempio si chiede: “fai ciao”. E la persona mostra di fare ciao stringendo e aprendo la mano. Naturalmente molto dipende da quanto tempo la persona è in grado di mantenere questo livello di coscienza, un conto se il paziente esegue una risposta elementare una volta al giorno, o più volte al giorno. Ci possono essere risposte più complesse che emergono solo con il passare del tempo».
Dunque gli stimoli sono necessari...
«L’ambiente è fondamentale. Più l’entourage è rassicurante e familiare, meglio è. Un ambiente monotono e ripetitivo sarà meno favorevole ai fini della ripresa».

La portavoce dice che Schumi, dopo l’incidente sciistico nel quale ha battuto la testa, è stato messo in uno stato di coma indotto e dal 30 gennaio in fase di risveglio, che consiste nel ridurre progressivamente i sedativi. Ma che cosa significa essere collocati in fase di risveglio?

«Si tratta di una procedura dei reparti di emergenza e rianimazione. Ci sono una serie di alterazioni dei parametri della funzionalità cerebrale».
Che cosa si intende per parametri?
«Ad esempio la pressione endocranica, l’ossigenazione, dati che sono misurabili e sulla base dei quali si deve decidere se il cervello deve essere messo a riposo. Per questo nei reparti di rianimazione si interviene anche con i sedativi. Sono tanti comunque i parametri che devono essere tenuti sotto sorveglianza, come l’idratazione, la nutrizione, i parametri vitali, l’ossigenazione del cervello, la pressione arteriosa. Monitorandoli si adegua la terapia».
 E se non somministro sedativi?
«Se non prescrivo sedativi in certe condizioni non si riposa il cervello e lo si espone a rischi».
Parliamo ora degli indizi che si manifestano. Che cosa sono i segni di vigilanza?
«Questo è un passaggio importante perché il trauma cranico a seconda dell’insulto, può evolvere con una ripresa della coscienza e della consapevolezza, oppure semplicemente della vigilanza".
Che cosa intende?
«Che il paziente apre gli occhi ma non ha consapevolezza di dove si trova, non capisce l’ambiente che lo circonda e non è in grado di dare delle risposte motorie o verbali, o manifestare comportamenti coerenti in seguito a stimoli di diversa natura, a seconda delle situazioni. Importante a questo punto, quando il quadro clinico appare stabile e le condizioni cardiorespiratorie lo consentono, ridurre la terapia con sedativi per vedere le risposte che il cervello è in grado di produrre».

Come si svolge concretamente il programma di recupero in pazienti con trauma cranico come  Schumacher?  Come si svolgono i programmi di recupero?
«Sicuramente la persona viene sottoposta quotidianamente a una serie di attività, è prassi comune e lo si fa per tutti. Diciamo che quanto prima si riducono le cure intensive il paziente viene sottoposto a una serie di esercizi motori, di mobilizzazione, evocazione delle risposte spontanee, anche per evitare contratture che possono essere conseguenza del prolungato allettamento. Nel caso di Schumacher le notizie disponibili non sono sufficienti per commenti approfonditi».

Un ricovero prolungato che cosa comporta?
«Tendini e muscoli si indeboliscono, le articolazioni diventano meno mobili, per questo esiste tutta una serie di esercizi che servono a mantenere la mobilità articolare. In riabilitazione, in fase precoce , vengono poi somministrati esercizi per facilitare l’espettorazione (cioè l’espulsione del catarro che ristagna nei bronchi e nel cavo faringeo, ndr) stimolando il riflesso della tosse e con esercizi della muscolatura respiratoria. Inoltre col progredire dello stato di coscienza il trattamento si integra con gli esercizi di deglutizione".
Quanto tempo occorre nelle persone che rispondono alle cure per ricominciare a mangiare?
«Nei pazienti che ricominciano ad alimentarsi autonomamente i progressi richiedono mesi per manifestarsi».
E le altre stimolazioni?
«Esistono esercizi mirati, finalizzati a ottenere un risveglio sempre più strutturato, parlo di stimolazioni sui cinque sensi, stimolazioni tattili, verbali, visive, uditivedi diverso tipo».

Come avviene questa sollecitazione?
«Sto vicino al letto del paziente, gli parlo, gli racconto, cerco di capire se lui mi capisce. Le stimolazioni sensoriali vengono ripetute più volte al giorno,con stimoli di diversa durata e per evitare un eccessivo affaticamento si cerca di variarle. Un esempio di stimolazione consiste nel vedere se il soggetto riesce a riconoscere la voce di un familiare. Altro cosa è capire se riesce a sentire parole pronunciate da una voce gradevole. Di solito la voce è molto tranquilla. A volte somministriamo anche stimoli, come piccole punture sugli arti per valutare la reazione del paziente al dolore».
Chi rivolge la parola al paziente in ospedale?
«Tutta l’équipe riabilitativa».
È possibile che a un pilota facciano sentire anche il rombo dei motori per risvegliarlo?
«Normalmente si tende a evitare di somministrare stimoli forti, pesanti o disturbanti. Con i suoni è diverso, spesso si fa ascoltare la musica più gradita al paziente. Anche la stimolazione visiva è importante, viene fatta anche con monitoraggio costante dei parametr neurofisiologici. Sapere che la persona ha una buona risposta a indagini strumentali,come per esempio ai potenziali evocati cioè attraverso elettrodi posti sul cranio vediamo se il soggetto percepisce gli stimoli».
Si può dire che per Schumacher siamo al punto di svolta? I miglioramenti saranno costanti o possono fermarsi?
«Noi abbiamo il termine di sei mesi come riferimento. Anche dopo un anno, ci sono situazioni che evolvono in senso molto positivo. Quale poi sarà la risoluzione nessuno può dirlo, il trauma cranico lascia comunque una disabilità».
Entriamo in un campo molto riservato...
«L’ho detto e lo ripeto. Parlo di casi generali, non posso esprimermi sul singolo caso clinico. Si può fare un discorso generale relativo a come evolvono certi pazienti ma non è possibile pronunciarsi più di tanto su quali saranno le possibilità di ripresa dopo un trauma simile. Comprendo il riserbo dei medici".
Ma se lei fosse una componente dell’équipe di Schumacher sarebbe ottimista o pessimista?
«L’ottimismo non esiste, in questo caso, e non esiste il pessimismo. Essere ottimisti ha senso quando ci si esprime relativamente a un traguardo, un obiettivo a breve o medio termine, la ripresa di funzionalità di un arto ad esempio. Credo che le persone note come tutte le altre abbiano un diritto alla privacy che si scontra con le esigenze di tipo mediatico. Certo è che queste situazioni invitano a riflettere su cosa sono i traumi cranici, cosa comportano e come si evolvono. Necessaria una sensibilizzazione nella nostra cultura e a livello della loro prevenzione».

                       Alessandro Malpelo