Milano, 10 maggio 2014 - "La corruzione fa parte del male che c'è nel mondo, c’è sempre il pericolo che risorga. Non dobbiamo mai abbassare la guardia". E' questo l'invito del segretario di Stato vaticano Pietro Parolin, interpellato dai giornalisti a margine di un appuntamento al Salone del Libro di Torino, anche alla luce dell'ultimo scandalo che ha interessato i lavori di Expo2015.

Per Parolin, i vent’anni trascorsi da Tangentopoli comunque "sono serviti", perché “c’è stato un impegno che è entrato nelle coscienze". "Finché esiste il mondo - ha aggiunto - il male continua ad avere i suoi effetti. Questo non per giustificare la corruzione, ma per dire che é una realtà umana e non dobbiamo mai abbassare la guardia". "Dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi per combatterla - ha concluso Parolin - per assicurare trasparenza e comportarci bene". 

DELRIO: NON E' TANGENTOPOLI - "Nuove norme sugli appalti? Non servono. Nel passato, sbagliando, abbiamo immaginato di combattere le corruzione, complicando le norme. E invece la corruzione si combatte seguendo una strada opposta, quella della Francia e della Germania. Puntando, come faremo, su tre leve: massima trasparenza di tutti gli atti amministrativi; semplificazione; professionalità degli amministratori, da premiare in base ai risultati". E’ quanto afferma alla Stampa, il sottosegretario Graziano Delrio. Secondo Delrio, l’inchiesta della magistratura, "non creerà assolutamente problemi, ma invece aiuterà Expo. Rispetteremo i tempi: l’Italia non è quella delle persone arrestate e vincerà la sfida".

Sulle misure prese dal governo dopo gli arresti, Delrio spiega: "Abbiamo già preso l’impegno di una task-force a palazzo Chigi, che continuerà il lavoro di coordinamento e di supporto con più forza di prima".
"Mi pare - osserva quindi il sottosegretario - che in questo momento e per questo tipo di problemi, il pericolo non stia nei partiti. Nei primi commenti invece si tende ad enfatizzare il precedente di Tangentopoli, ma se sbagli analisi, sbagli anche i rimedi. In questo caso stiamo parlando di aziende, di consuetudini, di favori fatti tra persone che hanno interessi di tipo diverso da quelli della politica, che a sua volta deve però vigilare".