Firenze, 13 maggio 2014 - Il capo di Cosa Nostra, Totò Riina, è stato rinviato a giudizio come mandante della strage del Rapido 904 avvenuta il 23 dicembre 1984, che costò la vita a 17 persone. Il processo inizierà a Firenze il 25 novembre 2014.

IL LEGALE DI RIINA - "Domani chiederò il trasferimento di Totò Riina in ospedale per motivi di salute. Depositerò la richiesta al tribunale di sorveglianza di Bologna". Così l’avvocato Luca Cianferoni, legale difensore di Totò Riina. Il capo di Cosa Nostra era collegato in videoconferenza, durante l’udienza preliminare di oggi, dal carcere di Parma. Non ha rilasciato dichiarazioni.

I FAMILIARI DELLE VITTIME - "Vogliamo verità e giustizia sulla strage del rapido 904". Cosi’ l’avvocato Danilo Ammannato, difensore dei familiari delle vittime e dei feriti, al termine dell’udienza preliminare. L’Associazione, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il ministero dell’Interno e la Regione Toscana, sono state state ammesse oggi come parti civili al processo. "Già allora emerse che il movente di quella strage, lo dissero alcuni collaboratori di giustizia, era la risposta di Cosa Nostra ai 366 ordini di cattura emessi dall’allora giudice istruttore Giovanni Falcone (legati al maxi processo del 1986, ndr) in seguito alle dichiarazioni rese da Buscetta - ha aggiunto Ammannato - lì iniziò la fase discendente di Cosa Nostra.
Quindi il gotha di Cosa Nostra venne colpito. Già allora Riina aveva capito - ha concluso Ammannato - come Buscetta poteva provocare dei guasti enormi a Cosa Nostra".