Roma, 2 giugno 2014 - Un appello al dialogo tra Italia e India e la richiesta che venga riconosciuta la loro innocenza: dall’India, in occasione della Festa della Repubblica, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone hanno parlato al Paese, un’Italia che non li ha mai dimenticati e continua a sostenerli come dimostrato dal lungo applauso che si è levato, al passaggio del Battaglione San Marco, durante la parata militare che ha sfilato ai Fori Imperiali, dinanzi alle più alte cariche dello Stato. Ringraziando “il grande cuore e l’affetto” con cui l’Italia li sta seguendo, Latorre ha auspicato che “Italia e India, due grandi nazioni, possano finalmente avere il modo di parlarsi ed esprimere la propria democrazia”; ha chiesto “il dialogo; e che sia tutti insieme, nessuno indietro”.

Forte, decisa, a tratti vibrante, la voce di Girone che ha invocato che “sia riconosciuta la nostra innocenza” e che Italia e India “dialoghino per la pace e non per le rotture”, perché “il muro contro muro porta solo divisioni”. IL VIDEO

Poi, ha aggiunto con la voce quasi rotta dall’emozione: “Abbiamo obbedito agli ordini, e mantenuto la parola, quella che ci ero stato chiesta e quella che continuiamo a mantenere. Ma siamo ancora qui”. Accanto all’ambasciatore Daniele Mancini, che da mesi insieme alla moglie li accoglie e li accudisce nella sua casa di New Delhi, il maro’, da oltre due anni trattenuto in India, ha manifestato la “grande emozione” per aver “sentito il passo marciante” dei militari alla parata ai Fori Imperiali e ha confessato che “certo non e’ bello non essere tra di loro”. “Sono passati piu’ di due anni e - ha sottolineato con passione - siamo ancora costretti a essere lontani, e presenti solo con una webcam”. Una distanza affrontata “con dignita’ e serieta’”, ha rimarcato, ma quanto e’ accaduto loro potrebbe accadere ai militari di ogni Paese impegnati in missioni internazionali, “agli americani, ai britannici”. “Voi oggi avete ascoltato non solo Latorre e Girone, ma due soldati che potrebbero essere di qualunque Paese al mondo” e potenzialmente in condizioni analoghe. “Potremmo essere soldati di qualunque Paese, soldati che devono sentire tutelati i propri diritti”. Sul valore simbolico della esperienza di cui, suo malgrado, e’ protagonista con Latorre, Girone ha ringraziato i parlamentari per l’opportunita’ offerta: “La vostra e’ la vicinanza a tutti i militari del mondo che devono lavorare sapendo di essere tutelati nelle proprie immunita’ funzionali”.

Anche Latorre ha ringraziato per l’opportunità offerta loro dal Parlamento e ha spiegato che gli apprezzamenti raccolti anche oggi per la dignita’ mostrata da due anni a questa parte, “non sono cose fluttuanti ma benzina che contribuisce a fare si’ che questo quotidiano, quello di ogni giorno, possa essere superato”. Latorre ha parlato con un tono di voce meno stentoreo, ma le sue parole non sono state meno sferzanti quando ha ripreso la parola a conclusione del collegamento video con Delhi: “Da militare con 30 anni di esperienza, so quale sia la mia sfera competenza e il recinto dal quale non voglio e non posso uscire”. Il capo di prima classe della San Marco ha sottolineato che “le stellette sono ben salde sulle nostre spalline” ma, ciononostante, ha avanzato “un suggerimento: quello del dialogo. Uscendo dalle mie competenze - ha insistito - dico che due democrazie si devono incontrare”. Ancora piu’ esplicita la chiusura: “Due grandi democrazie devono dialogare, anche perche’ ci sono dei Trattati firmati”. “Tutti sanno tutto, ma noi siamo ancora qui”, annota amaro, come prima aveva annotato, asciutto, che “quel che possiamo fare e’ comportarci da militari e da italiani, e soffrire con dignita’ in attesa che questa storia possa avere termine”.

Il Parlamento pero’ la loro voce l’ha ascolta: a breve in tempi brevissimi partirà per New Delhi una nuova delegazione per incontrare il Parlamento neo-eletto, dove siede una maggioranza guidata dal neo-premier, il nazionalista Narendra Modi, diversa da quella di prima egemonizzata dal Partito del Congresso. Con la leader della coalizione del passato governo, Sonia Gandhi, e’ stato difficile dialogare perche’ l’’italiana’ e’ sempre apparsa timorosa di essere accusata di favorire i maro’. Adesso si spera che la musica possa cambiare: “Il nuovo Parlamento indiano, le nuove istituzioni europee e la presidenza italiana del semestre Ue offriranno preziose opportunità”, ha promesso il presidente della Commissione Difesa, Elio Vito, che ha fortemente voluto l’incontro odierno. Federica Mogherini, ministro degli Esteri: “Condivido il loro dolore e delle loro famiglie, con le quali siamo costantemente in contatto”.