CdV, 15 giugno 2014  - Papa Francesco ha voluto annunciare oggi che “accogliendo l’invito dei Vescovi e delle autorità civili albanesi”, si recherà a Tirana nella giornata di domenica 21 settembre prossimo. “Con questo breve viaggio - ha spiegato - desidero confermare nella fede la Chiesa in Albania e testimoniare il mio incoraggiamento ad un Paese che ha sofferto a lungo in conseguenza delle ideologie del passato”.

CRISTIANI CHE SI ODIANO E' UNA CONTRADDIZIONE - “E’ una contraddizione pensare a cristiani che si odiano, questo non è possibile”. Papa Francesco ha voluto ricordarlo nel breve discorso che ha preceduto l’Angelus di oggi. “Tutti - ha spiegato - siamo chiamati a testimoniare ed annunciare il messaggio che ‘Dio è amore’, che Dio non è lontano o insensibile alle nostre vicende umane”. Dio, ha assicurato, “ci è vicino, è sempre al nostro fianco, cammina con noi per condividere le nostre gioie e i nostri dolori, le nostre speranze e le nostre fatiche. Ci ama a tal punto che si è fatto carne, è venuto nel mondo non per giudicarlo ma perché il mondo si salvi per mezzo di Gesù”.

L'AMORE VERO E' SENZA LIMITI, MA SA LIMITARSI  - “L’amore vero è senza limiti, ma sa limitarsi, per andare incontro all’altro, per rispettare la libertà dell’altro”. Lo ha affermato Papa Francesco commentando l’odierna solennità della Santissima Trinità, modello “di comunione profonda e di amore perfetto, origine e meta di tutto l’universo e di ogni creatura”. “Una persona che ama gli altri per la gioia stessa di amare - ha osservato il Pontefice - è riflesso della Trinità. Una famiglia in cui ci si ama e ci si aiuta gli uni gli altri è un riflesso della Trinità. Una parrocchia in cui ci si vuole bene e si condividono i beni spirituali e materiali è un riflesso della Trinità”.

“Nella Trinità - infatti - riconosciamo anche il modello della Chiesa, nella quale siamo chiamati ad amarci come Gesù ci ha amato. E’ l’amore il segno concreto che manifesta la fede in Dio Padre, Figlio e Spirito Santo. E’ l’amore il distintivo del cristiano, come ci ha detto Gesù: ‘Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri’”. “Lo Spirito Santo, dono di Gesù Risorto, ci comunica - ha spiegato il Pontefice - la vita divina e così ci fa entrare nel dinamismo della Trinità, che è un dinamismo di amore, di comunione, di servizio reciproco, di condivisione”. “La Vergine Maria, creatura perfetta della Trinità, ci aiuti - ha poi concluso Francesco - a fare di tutta la nostra vita, nei piccoli gesti e nelle scelte più importanti, un inno di lode a Dio Amore”.

PACE IN IRAQ - Papa Francesco auspica “per tutta la popolazione irachena la sicurezza e la pace ed un futuro di riconciliazione e di giustizia dove tutti gli iracheni, qualunque sia la loro appartenenza religiosa, possano costruire insieme la loro patria, facendone un modello di convivenza”. “Sto seguendo con viva preoccupazione - ha detto ai 100 mila fedeli presenti in piazza San Pietro per l’Angelus - gli avvenimenti di questi ultimi giorni in Iraq”. “Invito tutti voi ad unirvi alla mia preghiera per la cara nazione irachena, soprattutto per le vittime e per chi soffre maggiormente le conseguenze dell’accrescersi della violenza, in particolare per le molte persone, tra cui tanti cristiani, che hanno dovuto lasciare la propria casa”.

UN PENSIERO ALLE BADANTI  - “Un pensiero speciale” è stato rivolto oggi da Papa Francesco all’Angelus “alle collaboratrici domestiche e badanti, che provengono da tante parti del mondo e svolgono un servizio prezioso nelle famiglie, specialmente a sostegno degli anziani e delle persone non autosufficienti”. “Tante volte - ha denunciato - noi non valorizzaiamo con giustizia il grande e bel lavoro che fanno loro nelle famiglie”.

ALLA COMUNITA' DI SANT'EGIDIO - “Il mondo soffoca senza dialogo”. Lo ha affermato Papa Francesco parlando ai membri della Comunità di Sant’Egidio. Nel mondo di oggi, ha spiegato, “occorre più preghiera e piu’ dialogo”. “Questo - ha scandito - e’ necessario”. Ma per Francesco “il dialogo è possibile soltanto a partire dalla propria identita’”.  “Io - ha ammonito il Papa - non posso fare finta di avere un’altra identita’ per dialogare”. “No - ha chiarito - non si puo’ dialogare cosi’. Io sono con questa identità, ma dialogo, perche’ sono persona, perché sono uomo, sono donna e l’uomo e la donna hanno questa possibilità di dialogare senza negoziare la propria identità”. “Il mondo - ha ripetuto infine - soffoca senza dialogo: per questo anche voi date il vostro contributo per promuovere l’amicizia tra le religioni”.

Il Papa si è poi rivolto alla Comunità: “In alcuni Paesi che soffrono per la guerra, voi cercate di tenere viva la speranza della pace”. “Lavorare per la pace - ha detto - non dà risultati rapidi, ma è un’opera da artigiani pazienti, che cercano quel che unisce e mettono da parte quel che divide, come diceva san Giovanni XXIII”.  “Da qui, da Santa Maria in Trastevere - ha continuato - rivolgo il mio saluto a quanti partecipano alla vostra comunita’ in altri Paesi del mondo”. “Incoraggio anche loro - ha aggiunto Bergoglio - ad essere amici di Dio, dei poveri e della pace: chi vive cosi’ troverà benedizione nella vita e sara’ benedizione per gli altri”.