Roma, 16 giugno 2014 - Il presunto assassino di Yara Gambirasio è stato sottoposto a provvedimento di fermo. Si chiama di Massimo Giuseppe Bossetti. E' un quarantaquattrenne, muratore incensurato, di Clusone (Bergamo). Secondo quanto si è appreso ha tre figlie ed è sposato. E' stato fermato dai carabinieri del Ros nella sua abitazione. A lui si è arrivati per la sovrapponibilità del suo Dna con quello di 'Ignoto 1', rilevato sul corpo della ragazzina. Il Dna di 'ignoto 1' era stato estratto dalla polizia scientifica. Bossetti si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al pm, ha spiegato il suo legale fuori dalla caserma dei carabinieri di Bergamo.

Bossetti è stato poi portato via dalla caserma (FOTO) dei Carabinieri di Bergamo per essere trasportato in carcere. L’uomo è stato fatto oggetto di insulti e di grida di ‘assassino’ da parte della gente che si trovava davanti alla caserma. Applausi invece per le forze dell’ordine che hanno condotto le indagini.

L'INTERROGATORIO - Bossetti, prima di avvalersi della facoltà di non rispondere, davanti al pm ha sostanzialmente respinto le accuse, dicendosi 'sereno'. Lo ha spiegato il suo legale fuori dalla caserma dei carabinieri di Bergamo.

“Siamo in una fase delicatissima, prima di diffondere altri dettagli sull’indagine bisognerà attendere la convalida del fermo da parte del gip”. Queste le poche parole che il procuratore di Bergamo, Francesco Dettori, si è limitato a dire a proposito del fermo di Massimo Giuseppe Bossetti. “Rispettiamo almeno la procedura - ha aggiunto - e diamo all’indagato quel minimo di garanzie previste dalla legge”. Bossetti, in stato di fermo, è stato ascoltato per tutto il pomeriggio nel comando provinciale dei carabinieri e poi trasferito nella vicina casa circondariale di via Gleno. Oggi il fascicolo verrà trasmesso al gip che dovrà decidere se convalidare il fermo. Da quanto si è saputo, potrebbe essere il gip Ezia Maccora che si era già occupata del caso di Yara e in particolare di Mohammed Fikri, il muratore di origine marocchina ritenuto in un primo momento responsabile dell’omicidio della ragazzina e poi uscito dalle indagini. L’interrogatorio di convalida, dunque, potrebbe avvenire giovedì mattina. “Non posso dire nulla. Aspettiamo la convalida”, si è limitata a dire il pm Letizia Ruggeri, titolare del caso. “Abbia. Aspettato tre anni - ha concluso - non sono certo poche ore che fanno la differenza”.

Da quando è stata diffusa la notizia dell’arresto di Massimo Giuseppe Bossetti, il presunto assassino di Yara Gambirasio, le forze dell’ordine sono tornate a presidiare la zona di via Rampinelli a Brembate Sopra, dove vivono i genitori della tredicenne e i suoi fratelli. Alla stampa è stato vietato di avvicinarsi alla casa, proprio come accadeva nei primi mesi dopo la scomparsa di Yara e dopo il ritrovamento del suo corpo. I genitori, informati nel pomeriggio direttamente dal pm Letizia Ruggeri dell’importante sviluppo del caso, sono in casa e non rilasciano dichiarazioni, come hanno sempre fatto in questi tre anni e mezzo. In paese molti si dicono soddisfatti perche’ finalmente “giustizia e’ fatta”.

IL RUOLO CHIAVE DEL TESTIMONE - L’11 aprile scorso - il giorno dopo la conferma arrivata dalle analisi sui profili genetici che Giuseppe Guerinoni, l’autista di Gorno morto nel '99, era il padre biologico dell’assassino di Yara Gambirasio - gli investigatori, tra l’altro, avevano ascoltato un vecchio amico dell’autista di bus che vive a Clusone. Il testimone, infatti, aveva già raccontato in passato agli inquirenti di aver ricevuto da Guerinoni la confidenza che quest’ultimo aveva avuto una relazione con una donna della zona, ossia proprio di Clusone, la cittdina in cui è stato fermato il presunto omicida. Il 26 aprile scorso, inoltre, si era saputo che i carabinieri avevano prelevato un campione di Dna con un tampone salivare a una donna di 80 anni di Clusone. Il prelievo di saliva era stato inviato subito al Ris di Parma per la comparazione con quello del cosiddetto 'Ignoto Uno'. All’anziana donna i carabinieri erano arrivati sulla base di alcune voci di paese che le avevano attribuito una frequentazione negli anni Sessanta con Giuseppe Guerinoni.

L'INDAGINE SUI DNA - Fonti investigative confermano quel che la scienza aveva accertato due mesi fa: la compatibilità tra il 44enne, il cosiddetto 'Ignoto 1', e il padre biologico è infatti del 99,99999987%. La certezza scientifica che Ignoto 1 sia figlio illegittimo di Guerinoni, la cui salma era stata riesumata nel marzo scorso, è emersa dal confronto del Dna messo nero su bianco nella relazione consegnata alla procura dall’anatomopatologa Cristina Cattaneo e si basa sul fatto che due profili genetici non possono coincidere in maniera così infinitesimale tranne che nel caso ci si trovi di fronte a un rapporto di parentela stretto come quello tra padre e figlio. I tre figli legittimi di Guerinoni, due maschi e una femmina, erano già stati sottoposti al confronto del Dna, ma con esito negativo. L’unica ipotesi plausibile, appunto, è che Guerinoni abbia avuto un figlio illegittimo. Già un precedente confronto del Dna aveva confermato la paternità di Guerinoni: la traccia genetica trovata su Yara era stata infatti confrontata dalla polizia scientifica di Roma e dall’università di Tor Vergata con il Dna dell’autista di Gorno, ricavato da un vecchio francobollo sulla patente di guida di Guerinoni. In quel caso la compatibilità era risultata pari al 99,9999927%. Il confronto con il profilo genetico estratto da un femore del bergamasco dall’antropologa forense Cattaneo ha dunque garantito lo 0,00000717% di compatibilità in più. All’autista di Gorno gli inquirenti erano arrivati attraverso un suo nipote, un giovane che frequentava un locale situato vicino al campo dove venne trovato il corpo di Yara: gli inquirenti avevano deciso di prelevare il Dna a tutti i frequentatori per raffrontarli con 'Ignoto 1'. Ricostruendo il suo albero genealogico si era arrivati a Guerinoni, il cui Dna era ancora più simile a quello di 'Ignoto 1'. Per un’altra coincidenza la madre del giovane aveva tra l’altro lavorato per un certo periodo di tempo, in passato, come collaboratrice domestica proprio a casa Gambirasio.

L'ANNUNCIO DI ALFANO - "Le Forze dell’Ordine, d’intesa con la Magistratura, hanno individuato l’assassino di Yara Gambirasio", aveva annunciato il ministro dell’Interno, Angelino Alfano. "Secondo quanto rilevato dal profilo genetico in possesso degli inquirenti l’assassino della piccola Yara è una persona del luogo, dunque della provincia di Bergamo", aveva detto Alfano. "Nelle prossime ore, saranno forniti maggiori dettagli.Ringraziamo tutti, ognuno nel proprio ruolo, per l’impegno massimo, l’alta professionalità e la passione investiti nella difficile ricerca di questo efferato assassino che finalmente non è più senza volto".

I COMPLIMENTI DI RENZI - Il presidente del Consiglio Matteo Renzi e il ministro dell’Interno, Angelino Alfano si sono complimentati con il capo della Polizia, Alessandro Pansa, e con il comandante generale dei Carabinieri, Leonardo Gallitelli, per l’impegno dei loro uomini e per la grande sinergia nelle indagini che hanno portato al fermo. Sia Renzi sia Alfano hanno espresso apprezzamento per l’altissima attenzione mantenuta dalle forze dell’ordine nei confronti di un’indagine lunga e complicata.