Milano, 22 giugno 2014  - Massimo Giuseppe Bossetti, il muratore 44enne accusato dell'omicidio di Yara Gambirasio, è stato colto da un malore in cella nella mattinata di ieri. Un controllo varebbe riscontrato una tachicardia dovuta allo stress del fermo e ai giorni di isolamento.

Secondo un quotidiano locale il presunto killer di Yara è stato soccorso dal personale del carcere e curato, mentre non è stato necessario l’intervento del 118. L’uomo continua a proclamarsi innocente.

IL PARROCO: SPERO NON SIA LUI - “Quando pensiamo a un omicida, pensiamo a una persona feroce. Qui siamo in presenza di una persona normalissima, padre di 3 bambini, oso sperare che non sia lui”. Don Corinno Scotti, parroco di Brembate, lo ha detto durante la messa della domenica, a sei giorni dal fermo di Massimo Giuseppe Bossetti.

Un giorno - ha proseguito don Corinno -, dopo il ritrovamento di Yara, venne da me un padre e mi disse: don Corinno, quanto male è stato fatto a Yara; una madre mi disse: quanto bene ci ha fatto Yara... Poi venne un bambino e mi disse: io non voglio fare male a nessuno”. “Cari padri e madri - ha proseguito nell’omelia -, voi volete che nessuno faccia loro del male, ma quello che più dovete volere è che loro non facciano male a nessuno”.

Poi ha ricordato le parole del padre di Yara, Fulvio, che nei giorni scorsi gli aveva detto: “Dì di pregare per la loro famiglia - riferito ai Bossetti - perché stanno soffrendo ancor più di noi”.

LA MOGLIE DI BOSSETTI:  “Sono una persona normalissima, come tutti, quindi, immagini come posso sentirmi. In questo momento mi interessano loro e nient’altro, i miei figli devono stare fuori da tutto questo”. Così Marita Comi, moglie di Massimo Giuseppe Bossetti, accusato dell’omicidio di Yara Gambirasio. La donna a un quotidiano avrebbe confidato che non vuol smettere di credere nell'innocenza del marito: “Ci provo, ci proverò sempre: non m’importa come la pensano gli altri, io ho il dovere di credergli”.

LE 5 ORE DEI RIS A CASA BOSSETTI - Dopo quasi cinque ore all’interno di villa Bossetti a Mapello, i Ris di Parma sono usciti dall’abitazione del muratore. Da quanto si apprende avrebbero usato il luminol (composto chimico utilizzato per rilevare tracce di sangue, ndr) ‘’in tutta la casa e nella cascina’’ e avrebbero ‘’prelevato alcune cose alla ricerca di tracce’’. Al sopralluogo nella villetta di via Piana di Sopra era presente il legale di Massimo Giuseppe Bossetti, Silvia Gazzetti, che è andata via senza rilasciare alcuna dichiarazione.

PROVA DNA: 1 SU 14 MILIARDI - “La probabilità che ‘Ignoto 1’ (l’individuo che ha lasciato le sue tracce genetiche sul corpo di Yara, ndr) sia figlio di un altro individuo, non imparentato in linea paterna con Giuseppe Guerinoni, è di 1 su 14 miliardi”. E’ quanto si legge nelle conclusioni del calcolo biostatistico (svolto da un consulente dell’Università di Roma Tor Vergata) riportate nell’ordinanza di custodia cautelare disposta dal Gip nei confronti di Bossetti.

INDAGINI SULL'UOMO CON LA BARBETTA - Uno degli aspetti di cui dovranno occuparsi gli investigatori che si occupano del caso Yara è quello delle dichiarazioni rese dal fratellino della tredicenne uccisa che, nel luglio del 2012, aveva spiegato che la sorella “aveva paura di un signore in macchina che andava piano e la guardava male quando lei andava in palestra e tornava a casa percorrendo la via Morlotti” a Brembate di Sopra, da dove la ragazza scomparve il 26 novembre del 2010.