Città del Vaticano, 29 giugno 2014 - Non aver paura e non cercare "l’appoggio di quelli che hanno potere in questo mondo": è questo l'invito rivolto da Papa Francesco ai vescovi durante la messa per la festa dei Santi Pietro e Paolo.  "Il Signore ci libera da ogni paura e da ogni catena, affinchè possiamo essere veramente liberi", ha detto il Pontefice nell’omelia, commentando le letture liturgiche e introducendo "il problema della paura e dei rifugi pastorali".

"Noi - mi domando -, cari fratelli vescovi, abbiamo paura? Di che cosa abbiamo paura? E se ne abbiamo, quali rifugi cerchiamo, nella nostra vita pastorale, per essere al sicuro?”, ha proseguito Bergoglio. "Cerchiamo forse l’appoggio di quelli che hanno potere in questo mondo? O ci lasciamo ingannare dall’orgoglio che cerca gratificazioni e riconoscimenti, e lì ci sembra di stare sicuri? Cari fratelli vescovi, dove poniamo la nostra sicurezza?", ha chiesto.

Secondo Francesco, "la testimonianza dell’Apostolo Pietro ci ricorda che il nostro vero rifugio è la fiducia in Dio: essa allontana ogni paura e ci rende liberi da ogni schiavitù e da ogni tentazione mondana". "Oggi - ha aggiunto - il vescovo di Roma e gli altri vescovi, specialmente i metropoliti che hanno ricevuto il pallio, ci sentiamo interpellati dall’esempio di san Pietro a verificare la nostra fiducia nel Signore". Pietro, ha affermato ancora il Papa, "ha sperimentato che la fedeltà di Dio è più grande delle nostre infedeltà e più forte dei nostri rinnegamenti. Si rende conto che la fedeltà del Signore allontana le nostre paure e supera ogni umana immaginazione".

Quindi l'appello finale. "Il Signore oggi ripete a me, a voi, e a tutti i Pastori: Seguimi! Non perdere tempo in domande o in chiacchiere inutili; non soffermarti sulle cose secondarie, ma guarda all’essenziale e seguimi. Seguimi nonostante le difficoltà", ha concluso.

OBOLO: EFFETTO 'PAPA FRANCESCO' - Intanto si è registrato un "effetto papa Francesco" anche nella raccolta dell’Obolo di San Pietro, l’offerta che ogni anno tutti i cattolici del mondo sono invitati a fare per aiutare le opere di carità del vescovo di Roma. Lo rivela, in un’intervista ad Avvenire, l’arcivescovo Angelo Becciu, sostituto della Segreteria di Stato, l’ecclesiastico che sovrintende alla prima sezione di questo dicastero vaticano, quella che storicamente ha il compito gestire, alle dirette dipendenze del Papa, l’Obolo. Nonostante il perdurare della crisi economica, infatti, la somma raccolta nel 2013 ha superato i 78 milioni di dollari contro i 65,9 ricevuti l’anno prima.

Negli ultimi anni si era registrato una diminuzione delle somme raccolte: nel 2009 era stato di 82,5 milioni di dollari e nel 2010 di 67 milioni. Nel 2011 si era risaliti a 69,7 milioni di dollari, ma l’anno successivo l’Obolo è sceso a poco meno di 66 milioni. "La crisi economica non è certamente venuta meno - ha spiegato l’arcivescovo a proposito dei motivi dell’incremento -. Ritengo quindi che ci troviamo davanti ad un ‘effetto’ papa Francesco. Il Pontefice ha, per così dire, risvegliato i fedeli cattolici, ha suscitato un particolare entusiasmo che li ha portati evidentemente ad essere più generosi e disponibili a contribuire alle necessità della Chiesa universale".