Taranto, 30 giugno 2014 - I giudici della prima sezione penale della Cassazione hanno rigettato il ricorso degli avvocati Franco Coppi e Nicola Marseglia che chiedevano la revoca della misura cautelare in carcere per Sabrina Misseri, sostituendola con gli arresti domiciliari. 

Nell’aprile dello scorso anno la Corte d’Assise di Taranto ha condannato all’ergastolo Sabrina e sua mamma Cosima Serrano per il sequestro di persona e l’omicidi volontario della cugina di 15 anni Sarah Scazzi, strangolata ad Avetrana il 26 agosto 2010. Il ricorso presentato dai legali era contro il no del tribunale del Riesame di Taranto che a sua volta a marzo scorso aveva confermato la decisione della Corte d’Assise di lasciare la ventiseienne in carcere.

Secondo i legali Sabrina in carcere sta male e non ci sono esigenze cautelari che le impongano di aspettare il processo di secondo grado in cella. Per i difensori Sabrina non può commettere altri delitti (visto che anche secondo l’accusa si è trattato di un omicidio di impeto), né fuggire o inquinare le prove.

Per i magistrati tarantini, invece, Sabrina potrebbe fuggire all’estero con l’aiuto di parenti ed amici, potrebbe inquinare le prove ed avvicinare il padre fornendogli una versione del delitto più credibile (Michele Misseri ha più volte cercato di accusarsi dell’omicidio ma non è stato ritenuto credibile ed è stato condannato ad otto anni solo per la soppressione del cadavere) e potrebbe commettere nuovi reati vista l’efferatezza ed i futili motivi del delitto di cui è accusata.