Roma, 7 maggio 2011  - La società dei Puffi rappresenta “un archetipo di utopia totalitaria, impregnata di stalinismo e nazismo”: il duro giudizio è del romanziere francese Antoine Bueno, che argomenta la tesi nel suo “Il piccolo libro blu”.

Gli “Schtroumpf” (nella denominazione originale belga) vivono nell’autarchia, in una società ripiegata su se stessa e autosufficiente; lavorano tutti insieme per l collettività e non conoscono la proprietà privata, oltre ad essere guidati da un capo unico e rispettato, ideale di figura paternalista con tanto di barba bianca e autorità benevolente ma ferma.

Ma il peggio, spiega Bueno, è che i Puffi sono razzisti: fanno apologia della razza ariana - l’unica Puffetta è bionda - e considerano i Puffi neri come una calamità da estirpare; senza dimenticare che il loro nemico giurato, Gargamella, è caratterizzato da tratti semiti (e possessore di un gatto di nome Azrael).
Bueno avverte tuttavia che può capitare che un autore “possa farsi messaggero in buona fede di immagini che non condivide”: Peyo, in altre parole, avrebbe involontariamente trasmesso le idee naziste conosciute dopo aver vissuto l’occupazione tedesca nella Seconda Guerra Mondiale.