Borgo La Bagnaia, 14 maggio 2011 - “I giovani italiani sono competitivi con quello europei, non ci sono differenze, ci sono giovani bravi e meno bravi, ma hanno ovunque c'è entusiasmo, non c'è differenza tra Paesi”. Così Federico Ghizzoni, amministratore delegato di Unicredit, al convegno 'Crescere tra le righe', in corso a Borgo La Bagnaia.

 “L'Italia ha un mercato del lavoro piuttosto rigido – dice -, dove c'è molta tutela sugli adulti e meno sui giovani. Però è anche un Paese che esporta talento. Vuol dire quindi che i talenti ci sono, il problema è trattenerli. Sono spesso costretti ad andare all'estero per trovare opportunità, è interessante capire cosa si può fare per tenerli e farli crescere”.

“Noi come Unicredit – spiega Ghizzoni - abbiamo la fortuna di riuscire ad attrarre giovani. Noi richiediamo non tanto capacità specialistiche, quanto un certo spirito imprenditoriale, ovvero mobilità, personalità, lingue. Quello che possiamo promettere è di fare in modo che i giovani crescano velocemente in azienda. Io ho cercato di svecchiare il Gruppo. Abbiamo un progetto su cui ruotano 3.400 ragazzi, un programma di accelerazione delle carriere. I giovani restano in azienda se dai loro prospettive. Bisogna avere il coraggio di dare ai giovani responsabilità”.

Sulla scuola italiana: “Non credo sia così carente, rispetto ad altre. La qualità è sostanzialmente la stessa, ma quello che si prende dalla scuola di solito non è sufficiente nel mondo del lavoro”. E sottolinea che il gruppo Unicredit ha investito tanto, nonostante la crisi economica generale, nella formazione. “La scuola – conclude - non è un problema, forse ci vuole un maggiore collegamento con il mondo del lavoro”.

Passaggio sulla situazione economica italiana: “L'Italia ha passato la crisi meglio di altri Paesi. Però ha maggiore difficoltà di ripresa, la velocità della crescita è il problema dell'Italia. Ma io nel complesso non sono molto negativo”.