Roma, 25 marzo 2013 - Non un sognatore, ma un testimone ben presente e critico del suo tempo. La mostra <Chagall entre guerre et paix>, recentemente inaugurata a Parigi - Museo del Lussemburgo - e aperta fino al 21 luglio, ci propone una nuova interpretazione dell'artista russo, proponendoci una rilettura delle sue opere attraverso la chiave della Storia.

Un centinaio di capolavori a partire dal 1914 fino agli ultimi decenni del Novecento, per esplorare alcuni decisivi episodi della sua vita e capire il legame tra la sua visione della condizione umana e la sua tecnica pittorica,  ancora oggi, a 30 anni dalla sua morte, fortemente innovativa.

Chagall aveva quasi cento anni quando morì nel 1985. Lui, piccolo ebreo di Vitebsk, cittadina  oggi in Bielorussia, aveva attraversato la maggior parte del XX secolo passando attraverso una rivoluzione, due guerre e un periodo di esilio negli Stati Uniti a causa delle leggi razziali, prima di far ritorno in Francia e stabilirsi a Saint Paul de Vence.


La mostra illustra quattro diversi periodi della sua vita che corrispondono ad altrettanti momenti storici del Novecento. Il primo riguarda la Russia all'epoca della 1a Guerra Mondiale e della rivoluzione. Chagall, dopo aver vissuto tre anni a Parigi, torna in Russia per sposare la sua fidanzata, Bella, ed è costretto a non ripartire a causa degli avvenimenti di guerra che seguirono. I movimenti delle truppe, i soldati feriti, gli ebrei condotti fuori dai loro villaggi sono i temi ricorrenti di questa fase della sua pittura anche se non mancano i bei momenti della sua relazione con la moglie. E' il 1922 quando Chagall lascia definitivamente la Russia per tornare a Parigi. Tra le due guerre è il titolo della seconda sezione della mostra, anni che, tra l'altro, lo vedono lavorare con l'editore Ambroise Vollard per l'illustrazione di numerosi libri, tra cui la Bibbia. L'esilio negli Stati Uniti avviene nel 1937. A New York Chagall troverà numerosi artisti e poeti ebrei fuggiti dai nazisti e descriverà spesso le persecuzioni, i villaggi che buciano, mentre il Cristo crocifisso diventa il simbolo della sofferenza umana.

La nostalgia di Chagall per le sue due patrie, la Russia e la Francia, sarà talmente forte che si rifiuterà sempre di dire una sola parola in inglese e tornerà in Francia appena possibile. Purtroppo da solo: Bella era morta nel 1944 per un'infezione. Finalmente verso la serenità. In Dopoguerra e ritorno in Francia, ultima sezione della mostra, i colori del Mediterraneo danno un nuovo impulso alla sua pittura, mentre Chagall esplora anche altre tecniche espressive, dalla scultura alla ceramica.
Il parallelo tra le immagini della guerra e quelle della pace rivela la complessità di un'opera che non è mai stata ridotta ad un genere particolare e che non ha mai accettato codici o forme dei movimenti di avangaurdia, tanto è vero che il suo stile è sempre rimasto figurativo.

La mostra è aperta tutti i giorni dalle 10 alle 19,30 e la domenica dalle 9 alle 20. Il lunedì e il venerdì  (tranne il 1° aprile e il 20 maggio) l'esposizione resta aperta fino alle 22. Chiuso il 1° maggio
Prezzo: 11 euro; ridotto 7,50. Ingresso gratuito sotto i 16 anni.
Metropolitana: St Sulpice o Mabillon 
 

Valeria Caldelli