di Valeria Caldelli

Parigi, 3 maggio 2013 - Sabbia, fuoco e segreti in un'alchimia che si trasforma in magia. Quella del vetro. Un'esposizione al museo Maillol nella centralissima Rue de Grenelle a Parigi ci porta in Italia proponendo la straordinaria avventura di Murano attraverso settecento anni di creazioni, dalla metà del Cinquecento fino ad oggi. Sono gli artigiani di Venezia,  maestri vetrai abili e corteggiati, i protagonisti di una esposizione inedita che ripropone la purezza di un'arte antica, nascosta negli ultimi decenni dalle produzioni turistiche che invadono i negozi di souvenir.

Bicchieri che pesano pochi grammi, specchi impreziositi da ricchi decori, rare caraffe e vasi le cui forme derivano da antichi dipinti, lampadari leggendari, oggetti fastosi, inventati secondo lo stile delle varie epoche e secondo la fantasia dei maestri per accontentare gli sfarzi delle grandi famiglie e delle corti europee del Rinascimento, dagli Este ai Gonzaga, ai Medici. La fragilità del vetro e lo splendore delle creazioni che uscivano dai laboratori di Murano, facevano del vasellame con cui si adornavano le tavole un simbolo di ricchezza su cui per molti secoli si è basata l'economia veneziana. Basta guardare la coppa in vetro bianco opaco simile a porcellana, decorata con il suonatore di liuto e la giovane dama, per capirne la preziosità. Nacque a Venezia intorno al 1500 e a Parigi è arrivato dal Museo Narodni di Praga. Ottenere quel risultato era possibile grazie a una delle alchimie segrete dei maestri veneziani che mescolavano ossidi di piombo e di stagno nel vetro liquido. Della fine del Quattrocento il calice dedicato al Trionfo della giustizia, decorato a smalto secondo un antichissimo metodo islamico, mentre più tardo il 'secchiello in vetro 'ghiaccio' ottenuto attraverso lo choc termico provocato dall'immersione in acqua fredda del pezzo durante il soffiaggio.

Spettacolare il grandioso lampadario in stile 'Rezzonico'  in cui i fiori e le altre decorazioni potevano essere spostati o cambiati a seconda dell'avvenimento per cui era usato. Sono più di 200 gli oggetti provenienti da collezioni pubbliche o gelosamente custoditi in collezioni private ad essere esposti nella mostra "Fragile. Murano, capolavori di vetro dal Rinascimento al XXI secolo", ripercorrendo l'itinerario storico della produzione delle grandi vetrerie. Duecento oggetti che custodiscono ancora oggi i segreti che i maestri veneziani non dovevano rivelare, pena la morte. Così il governo della Serenissima proteggeva la sua economia, dando agli stessi vetrai una posizione sociale importante che si  riconosceva in una corporazione ristretta,  in cui poche  famiglie avevano l'accesso alle fornaci e mantenevano questo potere  tramandando 'i saperi' di padre in figlio.

A Venezia, città di commerci e scambi, il vetro era arrivato dall'Oriente nel Medioevo, insieme alla tecnica per la sua fabbricazione. E' allora che nell'isola principale cominciarono a nascere numerose fornaci in cui si fabbricavano soprattutto bottiglie e bicchieri. Ma i numerosi incendi che cominciarono a svilupparsi convinsero il governo della città a spostare le vetrerie nella piccola e adiacente isola di Murano, dove l'arte del vetro si raffinò sempre di più fino a raggiungere "l'epoca d'oro" del Rinascimento. Da qui, appunto, parte l'esposizione del museo Maillol che attraverso le evoluzioni tecniche e stilistiche, ripercorre le fantasie barocche e le creazioni del Setteceno, fino ai pezzi art decò degli anni Venti e del modernismo degli anni Cinquanta, senza dimenticare le opere contemporanee di artisti di tutto il mondo che hanno scelto di usare il vetro come mezzo espressivo.

La mostra resta aperta fino al 28 luglio. Orario: tutti i giorni  dalle 10,30 alle 19. Venerdì notturno fino alle 21,30. Metrò: Rue du Bac (ligne 12)