Londra, 18 ottobre 2013 - Ora la scienza - Dna alla mano - ammette: lo Yeti è un orso, forse un ibrido tra un antico plantigrado e un orso bruno. E la cosa non può che avere il sapore della rivincita per Reinhold Messner, che per anni ha ripetuto la stessa teoria, ricevendone in cambio "derisioni e prese in giro'. Ma il re degli 8mila metri non si offende, anzi: racconta una barzelletta sullo Yeti. 

LA SCOPERTA - Gli scienziati hanno forse risolto il mistero dell’ "Abominevole uomo delle nevi". Alcuni studiosi della Oxford University hanno analizzato dei presunti “peli” di Yeti, ossia provenienti da due animali sconosciuti trovati nella regione occidentale himalayana di Ladakh e nel Bhutan, a circa mille chilometri ad Est. Per secoli, persone locali hanno dichiarato di aver visto creature pelose simili a scimmie, che sono state appunto accostate al mitico Yeti.

TEST GENETICI - Ora, Bryan Sykes e colleghi hanno effettuato test genetici confrontando il genoma dei peli con quelli conservati nel database GenBank. Gli scienziati hanno trovato una corrispondenza del 100 per cento con un campione proveniente da un antico orso polare di Svalbard, Norvegia, che risaliva ad almeno 40 mila anni fa. Epoca in cui l’orso polare e l’orso bruno si separarono e continuarono come specie differenti. Probabilmente, secondo Skyes, l’animale era un ibrido, un incrocio fra un orso polare e un orso bruno. La prossima primavera uscira’ il libro di Skyes: “The Yeti Enigma: A Dna Detective Story”.

LA REAZIONE DI MESSNER - “Lo yeti è un orso? E che novità è? Lo sto dicendo da decenni”, è il commento un po' amaro di Reinhold Messner, che dice di essere stato preso in giro da tutti quando diceva le stesse cose. 

“Il mio approccio - spiega - è stato sempre quello della leggenda e non scientifico, visto che non sono uno scienziato. Lo yeti non esiste, è infatti una figura leggendaria. La leggenda si basa però sugli avvistamenti di orsi”. Messner ricorda di aver studiato il tema per dieci anni e di aver anche pubblicato un libro.
Per il ‘re degli ottomila’ la scoperta scientifica non rappresenta una rivincita. “Sono stato preso in giro per anni da tutti, alpinisti e giornalisti - si sfoga - Dicevano che ero matto e che mi ero fuso il cervello stando troppo in alta montagna. Chi di loro ora mi chiederà scusa? Nessuno, ma questo non importa nulla”.

Messner ricorda però anche “una bellissima barzelletta” che lo vedeva come protagonista e la racconta: “Uno yeti incontra un altro e racconta: ‘Sai - dice - ho visto Reinhold Messner’. Risponde l’altro stupefatto: ‘Allora esiste davvero!’”.