Lorenzo Sani

COME Cristoforo Colombo, convinto di aver raggiunto le Indie scoprì l’America, così l’architetto ungherese Erno Rubik progettò il celebre rompicapo che ne porta il nome per finalità meramente didattiche. Pensava infatti di rivolgersi ai matematici della sua Budapest, appassionati di statistica, certamente non alla sterminata platea di ogni età che decretò al passatempo un successo senza eguali. Correva l’anno 1974.
Il Cubo presenta nove quadrati su ognuna delle sue sei facce, per un totale quindi di 54 quadrati. I quadrati differiscono tra loro per il colore e quando il gioco di abilità è risolto, ogni faccia ha i nove quadrati dello stesso colore.
Ieri il presidente della Commissione europea Barroso ha celebrato a Bruxelles il 40° anniversario, tagliando una torta a forma di cubo col suo inventore. Il Cubo di Rubik, ribattezzato così solo nel 1980 dalla Ideal Toys che acquistò i diritti, divenne il giocattolo più richiesto nel pianeta, con oltre 300 milioni di pezzi venduti. Solo nel 1982 ne andarono a ruba oltre 100 milioni.

NELLO STESSO anno iniziarono le prime competizioni. Oggi il più veloce risolutore sulla faccia della terra è un giovanissimo olandese, Mats Valk, che lo scorso anno, ancora sedicenne, impiegò 5 secondi e 55 centesimi per uniformare allo stesso colore le sei facce del suo cubo 3x3x3, che può produrre un numero praticamente infinito di combinazioni (ben 43.252.003.274.489.856.000), ma di queste solo una è quella giusta.

L’ARCHITETTO, designer e scultore Erno Rubik nel 1982 divenne il cittadino più ricco del suo paese, ma sentì anche il bisogno di condividere tanta fortuna e di investire sui giovani. Così nel 1990, dopo essere diventato presidente della Hungarian Engineering Company, fondò la Rubik International con l’obiettivo di sostenere i talenti del design ungherese.

CHI È STATO a Budapest non può non essere stato colpito dalla creatività e dai positivi fermenti delle giovani generazioni in campo artistico e architettonico. Giovanni Gottardi è il campione italiano di questo popolarissimo gioco di abilità per il quale è stato coniato un neologismo che identifica chi vi si cimenta in regolari competizioni: gli speedcuber. Gottardi ha trovato la soluzione in 6 secondi e 86 centesimi agli Open 2012.
Il fascino del cubo magico ha ammaliato anche il cinema, come testimonia una scena del film Alla ricerca della felicità, diretto da Gabriele Muccino, nella quale il protagonista, Will Smith, riesce a convincere uno dei dirigenti della Dean Witter a fargli sostenere un colloquio di lavoro grazie all’abilità del risolvere il rompicapo di Rubik.

FORSE non tutti sanno, però, che Smith si addestrò davvero molto a questo gioco, che partecipa a sfide in pubblico e televisive, perché ha avuto come maestri due abilissimi speedcuber come i fratelli Tyson e Toby Mao, assunti per insegnare al popolare attore americano a risolvere il cubo in pochi minuti.