Londra, 15 aprile 2014  - Un rifugiato curdo, imbarcato su un volo per essere espulso verso l’Iran, dove avrebbe rischiato la tortura e l’esecuzione, ha trovato l'insperato sostegno dei passeggeri svedesi a bordo.
 
Le persone imbarcate su un volo diretto dalla città di Ostersund a Stoccolma si sono rifiutati di allacciarsi le cinture, impedendo così al pilota di decollare con a bordo Ghader Ghalamere
, un curdo fuoriuscito dall’Iran.

La storia viene raccontata dal britannico Independent, secondo cui l’uomo, che vive da anni in Svezia, dove ha una moglie e due bambini piccoli, è stato vittima di un cavillo legale che lo ha obbligato a far domanda per un permesso di residenza da un Paese estero.

Ghalamere ha tentato di andare in Norvegia e avviare la pratica ma senza successo. Così le autorità svedesi hanno deciso per l’espulsione nel suo Paese d’origine, dove potrebbe aspettarlo un tribunale e il rischio di essere condannato a morte. Fino ad ora però è salvo grazie al gesto di solidarietà compiuto dai passeggeri del suo volo.

A raccontare loro la storia di Ghalamere, e a spingerli a questa ‘rivolta’, erano stati gli amici e la famiglia del rifugiato che viaggiavano con lui in segno di solidarietà.

Mentre aspettavano l’aereo alle partenze hanno avvicinato i passeggeri, spiegando loro che quel volo avrebbe portato il rifugiato a Stoccoloma e da lì l’uomo avrebbe preso un altro aereo per l’Iran. Le autorità svedesi dicono che la situazione di Ghalamere non cambia. Ma intanto si è creato un movimento per salvare l’uomo dal ritorno in Iran, guidato dal newtwork svedese per i rifugiati (Farr), che ha organizzato alcuni manifestazioni per Ghalamere.